A Catanzaro per spezzare il digiuno ed andare a caccia di quel successo che lontano da casa manca ormai da sette mesi. Non soltanto Giorgio Corona, ma anche il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno è pronto a ricevere il tributo dei suoi ex tifosi. Al “Ceravolo”, però, l’esigenza di punti del Messina sarà l’aspetto predominante, al di là di ogni sentimentalismo. “Ho lasciato dei bei ricordi e ricevuto tanto dal Catanzaro, ma occorre guardare avanti. Il Messina non vince da troppo tempo ed ha bisogno di punti. Dovremo andare lì per fare la nostra gara, serviranno diciotto gladiatori. Da qui alla fine bisogna vincerle quasi tutte per evitare i playout. So che è una cosa molto difficile da realizzarsi, ma finché c’è vita c’è speranza”.
“Una vittoria darebbe morale – prosegue Ferrigno in conferenza stampa – facendoci lavorare con maggiore serenità anche in vista dell’Ischia. E’ però inutile prenderci in giro. Abbiamo fatto di tutto per uscire da questa situazione, ma gli interpreti principali sono i ragazzi che vanno in campo. Ci sono dei limiti evidenti, dai quali venirne fuori tutti insieme. A mio avviso non meritiamo affatto questa classifica, perché saremmo dovuti essere davanti alla Lupa Roma e insieme al Barletta. In questo momento, purtroppo, il mio pensiero non conta nulla e bisogna attenersi ai fatti”.
Dal Tribunale Federale sono arrivate le previste penalizzazioni nei confronti di Ischia e Savoia che hanno nuovamente ridisegnato la classifica in zona playout. Per entrambe, dopo il patteggiamento, un punto di handicap. La squadra di Di Costanzo ha agganciato così a quota 28 i gialloblù, mettendosi dietro gli oplontini. “Per fortuna adesso siamo quintultimi, invischiati in zona playout con tante squadre che hanno dei problemi economici. Si dice tanto sul Messina, ma siamo gli unici a non essere stati penalizzati tra le società che si trovano in fondo alla graduatoria ed invece veniamo sempre criticati, nonostante i due campionati vinti. Nel calcio, però, quello che è stato fatto prima non viene mai considerato. Ora bisogna restare con i piedi per terra, c’è una salvezza da conquistare”.
Quali gli scenari per il finale di stagione, anche alla luce delle indicazioni tratte dall’amichevole con il Camaro? “Vedendo le ultime gare la squadra si è ricompattata e sta ripartendo, seppur col freno a mano tirato, ma ha dato il segnale di voler uscire da questa situazione. Non dimentichiamo che non solo il mister ed il ds non troverebbero squadra l’anno prossimo in caso di retrocessione. Perdere la categoria è un qualcosa che rappresenta un marchio, anche per i calciatori, perché vorrebbe dire che hanno fatto male tutte le componenti. Devo comunque rivolgere i complimenti al prof. Argano e a Di Costanzo che, pur non conoscendosi prima, stanno svolgendo insieme un grande lavoro. Non era facile, la squadra atleticamente era vicina allo zero e reggeva solo un tempo”.