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Ferrigno: “Rigore dato e poi tolto. Gioco al massacro, tutti contro il Catania”

La sconfitta nel derby con l’Akragas ha fatto piombare il Catania in una crisi nerissima. Dopo il 3-2 dell’Esseneto, seconda battuta d’arresto in tre partite della gestione Moriero, i rossoazzurri restano infatti quintultimi ed in piena zona playout alla vigilia di un altro derby, quello con il Messina di giovedì prossimo al “Massimino”.

Fabrizio Ferrigno
Fabrizio Ferrigno

Da qui e sino alla fine del campionato non parlerà più nessun tesserato. E’ la decisione presa dal club etneo, ufficializzata nella sala stampa dello stadio di Agrigento dal responsabile dell’area tecnica Fabrizio Ferrigno. L’ex direttore sportivo del Messina si è pesantemente scagliato contro l’arbitraggio di Viotti di Tivoli: “Siamo stufi, adesso basta. E’ improponibile che per la seconda volta ad una squadra venga concesso un calcio di rigore e poi venga tolto. Era già accaduto in questo campionato a Benevento”. Il riferimento è al penalty revocato ad inizio ripresa su segnalazione dell’assistente Biava dopo il presunto fallo di mani in area di Capuano su cross di Calderini. E dire che il Catania non è riuscito a sfruttare la superiorità numerica per l’espulsione di Dyulgerov al 32’, andando sotto per 2-0 nella prima frazione.

Un primo piano di Fabrizio Ferrigno (foto Paolo Furrer)
Un primo piano di Fabrizio Ferrigno

“Anche l’Akragas ha vissuto su episodi. Abbiamo creato tanto – ha proseguito Ferrigno – e se l’arbitro avesse dato quel rigore, sul 2-0 in 11 contro 10, si sarebbe vista un’altra partita. Così si farebbe dura per tutti, anche per la Juventus. Alla fine, inoltre, il direttore di gara mi ha detto che per lui era rigore tutta la vita. E allora chi è che deve decidere se non l’arbitro?”.

Calil e compagni impegnati nel Memorial Salmeri
Calil e compagni

La situazione di classifica, intanto, si è fatta allarmante. “Tutti abbiamo le nostre colpe, ma a mio parere paghiamo le conseguenze di quanto accaduto lo scorso anno. Prima la penalizzazione di 10 punti, poi gli arbitri che stanno facendo il gioco al massacro, oltre a tutte le cucche che ci sono in settimana. Abbiamo 24 ragazzi che giocano e pur con tutti i nostri demeriti siamo stanchi di quello che sta succedendo. Chi vuole il bene del Catania deve invece stringersi attorno. In pochi stiamo combattendo contro tutti. Se dovessimo fare i playout ci salveremo comunque, pure all’ultimo secondo utile, tranne se c’è qualcosa che non sappiamo e poi si vedrà”.

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