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Ferrigno: “Gettati via tre anni. Non ci sono giustificazioni, siamo tutti colpevoli”

A metterci la faccia a livello societario, come sempre accaduto in questi mesi, è stato Fabrizio Ferrigno. Spetta così al direttore sportivo analizzare in sala stampa le cause di una retrocessione incredibile. E il presidente? Assente ingiustificato. Dopo aver ricevuto i meritati applausi per la doppia promozione dalla D alla Lega Pro unica, da parte di Pietro Lo Monaco, che non era presente allo stadio, nessun dialogo coi giornalisti al termine di una stagione culminata con il ritorno nell’inferno dei Dilettanti. “E’ normale che non ci sia, perchè rappresento io la società. L’ho sentito al telefono, è amareggiato e deluso” osserva Ferrigno, replicando alla nostra domanda.

La splendida coreografia che ha fatto da sfondo all’ingresso in campo delle due squadre (foto Paolo Furrer)

L’ex bandiera del Catanzaro passa poi in rassegna tutti i fatti: “E’ un brutto epilogo, sono stati gettati al vento tre anni di lavoro. Di certo è il giorno più triste da quando siamo qui e non ci sono giustificazioni per un’annata cominciata male e finita drammaticamente. La retrocessione è un marchio che resta sulla pelle. Non ci sono parole. Gli errori sono di tutti, anche i miei, se la squadra non ha dato quello che ci si aspettava. Il ritiro di Camigliatello con giocatori che poi sono andati subito via? Lo abbiamo sempre fatto, non è dipeso da questo. Certi problemi ce li siamo trascinati fino all’ultimo, sbagliando di tutto e di più”.

Errori sia nel mercato estivo che in quello invernale, condotto da Pagni, quando Ferrigno aveva lasciato la società, che pesano come macigni: “A gennaio sono arrivati alcuni giocatori che non ci hanno aiutato. Si è visto che quella campagna non ha dato i frutti, in quanto non c’erano ricambi. Poi abbiamo cambiato allenatore, chiamando Di Costanzo. Siamo però tutti colpevoli dal primo all’ultimo di questa retrocessione. Ho fatto io il mercato in estate ed ho sbagliato e chi ha lavorato a quello invernale ugualmente. Il problema del gol, ad esempio, si è evidenziato anche oggi se pensiamo che Corona, a 41 anni, è il nostro miglior realizzatore”.

La Reggina celebra la salvezza con i suoi tifosi (foto Paolo Furrer)

Non manca, poi, la presa di posizione nei confronti della giustizia sportiva per l’abbinamento nei playout con la Reggina determinato soltanto alla luce dello sconto sulla penalizzazione, ricevuto dal Coni, a torneo già concluso. “E’ comunque un campionato falsato, perché noi eravamo pronti ad affrontare il Savoia. Invece punti di penalizzazione dati e poi tolti, è accaduto di tutto. Non dimentichiamo che la Reggina era retrocessa dopo l’ultima giornata”.

Quale sarà ora il futuro del Messina? “Sono distrutto, siamo morti, perché siamo retrocessi. Chiedo scusa ai tifosi, sono stati gettati via tre anni di lavoro e già si pensa a come fare per riparare a questi errori. C’è stata presunzione? Abbiamo vinto due campionati per bravura, ora invece siamo stati degli asini. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. In questi giorni la proprietà si farà sentire. Intanto valuta determinate cose e vedrà se ripartire, eventualmente con un ripescaggio. A breve si conoscerà il futuro del club, ma il Messina andrà avanti in qualsiasi categoria. Se lo farà con noi lo saprete in questi giorni”.

Alessandro Calleri

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Alessandro Calleri

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