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Ferrara: “Mai così fermo. Rivedo le finali del Milan e gioco a Fifa con mio figlio”

“Alleno dal ’95, da quando avevo 26 anni. Ritrovarmi per così tanto tempo lontano dal campo non mi era mai successo, ma stiamo giocando tutti quanti una partita più grande e abbiamo a disposizione un solo risultato: la vittoria”. Pasquale Ferrara parla come se fosse un leone in gabbia, perché dopo tutto, prima di essere un allenatore, lui è un uomo di sport a tutto tondo. La nomea di tecnico carismatico, attento tanto al bel gioco quanto alla preparazione fisica, non te la crei per caso.

Di buoni maestri il mister barcellonese ne ha avuti parecchi. Ferrara ha vissuto in prima persona gli anni d’oro del calcio della sua città, crescendo gomito a gomito con allenatori del calibro di Pasquale Marino, Gaetano Auteri, Ezio Castellucci, Alberto Bollini e Fofò Ammirata e da anni mette un carattere focoso e passionale, oltre alle proprie competenze, a disposizione delle squadre messinesi.

Ferrara e Ortoleva
La stretta di mano tra Ferrara e Ortoleva

L’ultima sfida si chiama Città di Sant’Agata, piazza già conosciuta nella stagione 2016/2017 ed ora portata a vivere un appassionante duello per il primato con il Paternò, con vista Serie D. Un percorso fatto di vittorie e di caterve di gol, come da tradizione. Tutto questo prima che il mondo intero si fermasse per via dell’emergenza creata dal Coronavirus.

La società nebroidea, per bocca del ds Meli, ha subito sostenuto che il campionato dovrà riprendere dalla giornata in cui si è fermato, ma in questo momento il calcio non sembra proprio essere una priorità di Ferrara: “La società ha messo subito in chiaro le cose facendo capire qual è la posizione del Sant’Agata, che trovo corretta e che sposo in pieno. Quello del direttore Meli è stato un intervento fatto all’indomani della sospensione dei campionati, sono passate appena due settimane ma in questi giorni sono avvenute talmente tante cose nel nostro paese che la ripresa dei campionati dev’essere l’ultimo pensiero. Per chi mi conosce bene può sembrare strano, ma il calcio in questo momento non è al centro dei miei pensieri, perché prima di tutto sono un cittadino e come tale non si può restare indifferenti davanti a scene come quelle che si sono viste a Bergamo con decine di camionette dell’esercito che trasportano le bare fuori città per via di carenza dei posti nei cimiteri cittadini”.

Allenamenti Sant’Agata

Nonostante tutto, Ferrara non perde l’occasione di restare in forma e di riscoprire vecchi amori calcistici: “Mi alleno vicino casa, ci sono delle norme ministeriali da rispettare e mi concedo due ore di corsa dalle 14 alle 16 o dalle 15 alle 17, anche se con il nuovo decreto regionale credo che mi dovrò inventare qualcosa per allenarmi a casa direttamente. Cerco di tenermi aggiornato su tutto quello che succede nel mondo. In televisione spesso ripropongono le vecchie partite del Milan, soprattutto le finali di Coppa dei Campioni che ho vissuto dal vivo da tifoso. Quando ero ragazzo ero tifoso sfegatato, ho avuto il privilegio di vivere il grande Milan di Sacchi e Capello, ma anche quello di Ancelotti. Adesso lo seguo molto meno, ho molti più impegni, ma in questi giorni mi sto riscoprendo tifoso. Il calcio lo gioco alla playstation con mio figlio. Sinceramente non sono un appassionato di videogiochi, ma mi concedo qualche partita a Fifa 20 per trascorrere del tempo con lui. Inoltre mi sto dedicando anche alla cucina, che è un’altra mia passione. Mi diletto a preparare qualche piatto un po’ particolare”.

Pasquale Ferrara
Pasquale Ferrara

Sull’allenamento che i suoi giocatori devono seguire, Ferrara spiega: “Ho la fortuna di allenare dei ragazzi intelligenti, consapevoli della situazione. Non gli sto col fiato sul collo, magari mi sento con qualcuno di loro per vedere come sta andando l’allenamento. Non sono presente sui social, ci pensa mio figlio a tenermi aggiornato su quello che postano i ragazzi su Instagram” ha detto ironicamente l’allenatore. “Quando ricominceremo ad allenarci si vedrà chi ha lavorato bene e chi no perché faremo dei test fisici”.

Per il tecnico del Sant’Agata questa dev’essere l’occasione giusta per procedere ad una riforma dei campionati: “Io sono un’ottimista per natura, credo che anche gli avvenimenti più tragici possano trasformarsi in un’opportunità. Quando tutta questa situazione sarà terminata, il calcio dilettantistico dovrà prendersi del tempo e riformare i campionati affinchè siano sempre più regolari. Non si deve commettere l’errore di correre dietro alla Serie A, perché quello è un altro mondo. Noi siamo dilettanti ma meritiamo altrettanto rispetto, perché le società avranno bisogno di aiuto. Questo mondo non vive di diritti televisivi, ma di passione e di qualche sponsor che avrà difficoltà a mantenere gli impegni una volta che si sarà rimessa in moto la macchina. Sicuramente si dovrà stabilire chi avrà vinto il campionato e chi no, riprendere troppo in là rischia di non avere senso e toccherà alla Lega stabilire se fare dei playoff e playout. Dopo si dovrà procedere ad uno snellimento dei campionati dall’Eccellenza in giù, ci sono troppe società che si iscrivono e puntualmente dopo pochi mesi si presentano con la squadra Juniores o con sette tesserati”.  

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