Con sei punti conquistati in sei partite il Fc Messina ha appena due lunghezze di margine sulla zona playout ed è già a -6 dalle posizioni playoff. Il direttore generale Marco Ferrante è consapevole che la squadra ha raccolto molto meno di quanto avrebbe voluto: “È un dato di fatto che non siamo fortunati. Fuori casa siamo imbattuti ma i due pareggi con Biancavilla e Nola rappresentano due mezze sconfitte, in gare che meritavamo ampiamente di vincere. In casa sono arrivate invece due sconfitte e un pareggio: il ko con il Corigliano è ineccepibile ma sia con Palermo che Licata avremmo dovuto raccogliere di più”.
L’ex bandiera del Torino è consapevole che la truppa di Costantino è già a un bivio, con un calendario peraltro particolarmente insidioso: “Sono dei campanelli d’allarme che hanno suonato in modo chiaro. Bisogna invertire subito la rotta, soprattutto nelle gare casalinghe, anche perché le avversarie corrono. Sul piano del gioco stiamo facendo bene, ma paghiamo amaramente i nostri errori. Altri, pur non esprimendosi su questo livello, sono in cima. Quindi dovremo essere meno belli ma più duttili”.
Il Fc si è visto in particolare assegnare già cinque rigori contro in appena sei gare. Imperdonabile in tal senso l’entrata in area di Fissore, che ha consentito al Nola di replicare alla rete di Carbonaro: “Da un over che conosciamo bene, un giocatore lineare, non ce lo aspettavamo. Falli del genere ci possono stare a centrocampo o comunque al limite dell’area. Non è giusto analizzare l’errore del singolo, anche se paghiamo proprio questi svarioni più che passaggi a vuoto collettivi. Ma guardiamo il bicchiere mezzo pieno: evitiamo di colpevolizzarli, dovremo farne tesoro e non commetterli più”.
Non sono mancati i contrattempi: “Infortuni e squalifiche fanno parte del gioco. Soprattutto Melillo e Dambros sono stati condizionati da problemi fisici. Se ti mancano due elementi cardine ovviamente parti svantaggiato, ma a Nola abbiamo giocato comunque una buona. La rosa d’altronde garantisce alternative di livello”.
Domenica dovrebbero esserci almeno due importanti defezioni, con Alessandro Marchetti ancora indisponibile al pari del brasiliano ex Trapani. Aladje invece stringerà i denti e cercherà di esserci, magari con un minutaggio maggiore rispetto a domenica scorsa. “Attendiamo l’esito delle terapie a cui si è sottoposto”, ammette Ferrante.
Dopo settimane di attesa, potrebbero essere tesserati a breve due atleti in attesa del transfer: “Nel caso di Coria abbiamo avuto finalmente le prime risposte dal Venezuela, dove giocava nel Monagas. Parliamo pur sempre di un paese in guerra, è normale che le procedure non siano snelle. Ad ogni modo trenta giorni dopo la data d’invio della richiesta, che risale il 23 settembre, sarebbe comunque disponibile. Siamo più ottimisti anche per l’under maliano Camara”.
Improbabile invece la firma di Kellian: “Le nuove normative della Fifa forse non ci consentono di sbloccare la sua posizione. I minorenni infatti devono avere almeno un anno di scuola alle spalle. Resterà comunque in gruppo, perché è un giovane interessante, che deve lavorare per crescere e fare esperienza. Male che vada avremo un under in più l’anno prossimo”.
Nonostante i contrattempi, il mercato non è una priorità: “Faremo sicuramente qualcosa a dicembre. C’è ancora tempo per capire dove abbiamo necessità di rinforzare la squadra. Magari arriverà anche qualcuno prima dagli svincolati”.
La priorità è risalire la classifica: “Abbiamo le potenzialità per farlo, magari ritrovano subito il conforto dei risultati. Dobbiamo restare attaccati al carro, perché neanche la migliore Juventus ha vinto tutte le partite. Magari anche gli altri vivranno un momento particolare. Pensiamo a domenica prossima, anche se i test con Savoia, Acireale e Acr Messina sono tutti durissimi. Dovremo sbagliare il meno possibile”.
La società ha deciso di limitare le dichiarazioni a mezzo stampa, dopo alcuni “slanci” forse eccessivi del presidente Rocco Arena, facile mirino sui social: “Abbiamo un massimo dirigente molto passionale, che trasmette entusiasmo all’ambiente, soprattutto nei momenti di difficoltà. Le sue parole vanno interpretate nel modo giusto: se dispensa ottimismo è perché ci crede, non voleva farlo certo per caricare gli avversari”.