Lo scenario suggestivo, incantato, di “Villa Piccolo” di Capo d’Orlando ha ospitato sabato sera il racconto di una delle leggende dello sport, icona indiscussa della pallacanestro, ma anche storia dell’uomo che c’è dietro l’atleta: Michael Jeffrey Jordan.
Come in una lirica di un notturno siciliano di principio d’estate, reale è stata la sensazione che tanto la luna quanto le stelle si siano fermate ammaliata anch’esse ad ascoltare il suono magico del racconto di uno straordinario affabulatore, Federico Buffa, nel ripercorrere le gesta del campione americano che nel suo palmarès vanta due ori olimpici (1984 e 1992), sei titoli NBA, un titolo NCAA, e svariati riconoscimenti individuali.
L’evento, organizzato su iniziativa di Dream Team e dell’Orlandina Basket, della famiglia Sindoni e del responsabile comunicazione Aurelio Coppolino, aveva anche una finalità benefica per una raccolta fondi da destinare all’Associazione Amici del “Centro Dino Ferrari” per offrire un contributo alla lotta contro un male subdolo come l’Alzheimer.
E qui s’intreccia anche una pagina personale, più intima, nel racconto del narratore: il suo legame con la Sicilia, con la casa del nonno materno a Milazzo dove era solito trascorrere l’estate, e la conoscenza diretta di questa malattia che ha colpito proprio la madre del giornalista milanese comunemente noto come “l’avvocato“.
La storia parte da un racconto familiare di casa Jordan: con il rapporto con il fratello maggiore che indossava la canotta numero 45 e la scelta del futuro “Air” di prendere il 23, poiché ritenuto di valere la metà dell’altro. Nella crescita del campione ci sono il ruolo del padre James e della madre Deloris, della città di Wilmington in North Carolina (stato del Sud degli States) e poi l’incontro con Dean Smith, il coach dell’High School che inizialmente lo relega nella squadra “B“.
Un “taglio” formativo, ma di cui sadicamente Jordan avrà modo di vendicarsi nel momento della sua celebrazione nell’Hall of fame della NBA invitandolo all’evento per rimproverargli quell’esclusione. Quindi l’approdo al college dell’UNC di Chapel Hill dove con i “Tar Heels” è decisivo nella conquista titolo NCAA nel suo primo anno da “freshman“.
Rimane tre anni al college, posticipando l’approdo ai “pro” per partecipare ai Giochi Olimpici di Los Angeles 1984 dove conquista l’oro, ed al draft è la terza scelta assoluta chiamato ai Chicago Bulls e di cui nel giro di pochi anni diviene il “leader” indiscusso per una squadra che diventerà realmente competitiva con l’arrivo di coach Phil Jackson.
Anni di successi che lo portano a diventare testimonial Nike e protagonista del film Space Jam, ma anche di tensioni con la lega e compagni, del vizio delle scommesse, e la dolorosa pagina dell’uccisione del padre in un tentativo di reazione ad una rapina che lo induce ad un primo ritiro ed all’approdo al baseball, prima di un ritorno ancor più stellare alla palla a spicchi.
Il racconto di Buffa è intenso, coinvolgente, appassionante anche senza il supporto di video ed immagini, si ha l’impressione di essere seduti a bordo campo, affascinati dal “mito”, riviverne le imprese sportive sino alla sublimazione dell’evocativo ricordo della serie con gli Utah Jazz vissuta a bordo campo dal narratore e di quell’indimenticabile acclamazione del collega Flavio Tranquillo che nel declinarne il nome per esteso nella diretta televisiva dell’epoca, replicata abilmente per rimanere ora nella nostra memoria.
“Devo ammettere che ero molto emozionato – confida Buffa ringraziando il pubblico che l’ha fisicamente avvolto nel suo abbraccio a cui non si è voluto sottrarre e con grande disponibilità ha ascoltato, firmato autografi e concesso fotografie a tanti appassionati presenti all’evento – ma non volevo darlo troppo a vedere. La Sicilia è una terra meravigliosa, a Milazzo venivo da bambino al mare, questa costa mi mancava, me la sono mangiata con gli occhi. Grazie a tutti per la serata“.
Grazie a Lei, Avvocato!
Questo il video dell’intervista col giornalista Federico Buffa protagonista dell’evento in scena a Villa Piccolo a Capo d’Orlando: https://www.youtube.com/watch?v=cP03Jm-fL-4#t=25