Il Palermo è la prima squadra capace di battere il Fc Messina sia nel match di andata che in quello di ritorno. La prova offerta in diretta tv su Eleven Sport lascia però più di un rimpianto ai peloritani, penalizzati dalla terna arbitrale oltre che da qualche equivoco originato principalmente da infortuni e contrattempi.
Il rigore su Fissore è apparso piuttosto netto, proprio come accadde all’andata, quando un altro penalty negato e la traversa di Carrozza fecero sfumare un meritato pareggio. Poteva essere considerato irregolare anche l’intervento di Sforzini su Marone, protagonista però di un’uscita incerta anche a causa della carica subita dall’esperta punta palermitana.
Mentre l’altro episodio contestato dal tecnico ospite Ernesto Gabriele, ovvero il presunto fallo su Coria, all’origine del contropiede che ha portato al definitivo 2-0, non sembra esserci. Ma è chiaro che negli equilibri del match hanno avuto ben altro peso gli episodi che hanno caratterizzato il primo tempo.
La verve di Dambros, vicino alla rete in almeno due occasioni, e l’ispirato Coria, sul quale è stato provvidenziale Pelagotti, avrebbero meritato maggiore fortuna. Nella ripresa il passaggio al 3-4-1-2, con il rientro dell’attesissimo Carbonaro, hanno sortito gli effetti sperati soltanto a metà.
È apparsa una volta di più evidente l’assenza di una prima punta di peso come Aladje, ai box ormai da mesi e costretto ancora a una lunga riabilitazione, nonostante gli innegabili progressi mostrati nel centro di riabilitazione di Cesenatico.
Dambros avrebbe dovuto rappresentare un esterno nel 4-3-3 di Costantino ed è diventato, per necessità virtù, il principale terminale nel 4-4-2 caro a mister Gabriele. E neanche Carbonaro nasce come prima punta, anche se di fatto lo è diventato per via delle dodici reti realizzate tra campionato e Coppa Italia.
Impossibile comunque chiedere di più a un gruppo che non può fare i conti sul supporto di un tifo organizzato ed è riuscito comunque a issarsi fino al terzo posto, condiviso adesso con il Giugliano. Sarà necessario convogliare le energie mentali e fisiche sul prossimo futuro, che riserverà altre quattro gare molto impegnative.
Si parte dal Nola, avversario ostico e in grande ascesa, come dimostrano le cinque vittorie conquistate nelle ultime sette giornate, in cui soltanto il Marina di Ragusa è riuscito a fermare l’ascesa dei campani, che vedono la salvezza diretta finalmente alla portata. Poi le delicatissime trasferte di Giugliano e Acireale, inframezzate dal match casalingo con il Savoia vice-capolista. Infine il derby con l’Acr, a chiudere un mese e mezzo intensissimo.
In queste settimane Gabriele proverà a recuperare Melillo, costretto a vivere una stagione ai box per una serie di infortuni, e Camara, che resterà fuori almeno altre due settimane per via di uno stiramento muscolare. Ma soprattutto servirà il migliore Carbonaro, a lungo trascinatore di un gruppo che anche a Palermo ha mostrato personalità e una soddisfacente condizione atletica, oltre che innegabili qualità tecniche.