Ha un cognome identico a quello del più famoso ciclista messinese Vincenzo, orgoglio e vanto della provincia di Messina. Ma anche Fausto Nibali, nel proprio piccolo, ha scritto pagine importanti nel calcio dilettantistico messinese specialmente nell’arco temporale 1990-2000, nelle file della Sfarandina, squadra rappresentativa di Sfaranda, popolosa frazione di Castell’Umberto, condotta in pochi anni dalla Terza Categoria e alla Promozione, sfiorando per un punto l’Eccellenza.
E proprio nel paese natìo il “Totti dei Nebrodi” ha trascorso gran parte della propria carriera calcistica. Una entusiasmante scalata “sulla quale ci sarebbe tanto da raccontare“, e per narrare la quale Fausto si riserva un capitolo a parte, assieme agli amici e compagni di allora Mignacca e Scaffidi. Un lungo cammino sportivo, il suo, che comprende anche Due Torri in Eccellenza, Tiger in Prima Categoria (“periodi per me fantastici“) e l’allora As Capo d’Orlando.
E anche adesso, malgrado i 43 anni compiuti lo scorso 7 gennaio, la passione e l’entusiasmo sono sempre quelli di un ragazzino: ne sanno qualcosa a Sinagra dove, approdato la scorsa estate, il fantasista dei Nebrodi sta dando un contributo determinante alle sorti della matricola nebroidea con 4 gol realizzati nell’arco della stagione. Nelle ultime due domeniche ha realizzato altrettante reti personali: sette giorni fa sul campo del Pistunina (3-1 finale per i messinesi) e sabato scorso il terzo e decisivo sigillo del vittorioso 3-2 sulla Ciappazzi, sul rettangolo amico del “Barone Salleo”. Tre punti che valgono una seria ipoteca sul mantenimento della categoria. Un risultato di rilevo per il sodalizio che, come fa notare con giustificato orgoglio la stessa dirigenza, “rappresenta il comune più piccolo tra quelli che partecipano ai 4 gironi siciliani di Promozione“.
L’occasione ci pare propizia per riconoscere il giusto tributo al “sempreverde” Fausto Nibali, oltre che naturalmente anche alla compagine giallorossa: “Sono con il Sinagra dall’inizio del campionato – spiega il giocatore –. Se non erro mi hanno cercato a luglio, e ad agosto ho cominciato questa esperienza bellissima. Una società umile, con una voglia pazzesca di arrivare all’obiettivo stabilito e penso che ci stiamo riuscendo perche siamo una squadra unita”.
Lei è un ’71. Con quale spirito riesce ad indossare ancora magliette, calzoncini e scarpe bullonate facendosi ancora valere in mezzo a tanti giovani?
“A dispetto della mia età, mi sento ancora un ventenne: per me il calcio è tutto, mi trovo bene con i miei compagni, anche con quelli molto più giovani di me. E infatti a Sinagra mi chiamano “lo zio”.
Per quanto tempo ancora vuol continuare a giocare (speriamo il più a lungo possibile)?
“Guardi che già da 3 anni ripeto alla mia famiglia di voler smettere, ma purtroppo non ci riesco. E’ piu forte di me, poi i miei figli vogliono che continui a calpestare i campi di calcio, in quanto secondo loro sono giovane per appendere le scarpette le chiode”.
E non hanno affatto torto. Vuol fare un raffronto tra gli attuali giovani calciatori e quelli della sua adolescenza?
“Oggi i ragazzi hanno l’appoggio dei propri genitori, che li accompagnano e li vanno a vedere mentre giocando. Io, invece, ero costretto sempre a scappare e a dire bugie perché, a quei tempi, non c’era l’attuale mentalità calcistica. Giocavo sempre in strada e con palloni sgonfi, ma proprio quei tempi ci hanno permesso di maturare prima”.
Per concludere, tornando all’attualità, Nibali indica nello Sporting Taormina la propria favorita per il primo posto finale nel girone B di Promozione.