Puntare su una coppia di lunghi tricolore è stato l’obiettivo estivo della Sigma Barcellona che dopo lo scorso torneo in cui sfruttò l’intercambiabilità del duo Cittadini-Mocavero, quest’anno si è ripetuta firmando in sede di mercato due giocatori che la seconda serie nazionale l’hanno vinta in carriera come Fantoni (con Casale Monferrato) e Toppo (Pistoia). Decisa l’inversione di tendenza rispetto alle esperienze passate con gli estrosi ma poco produttivi Phil Martin e Kieron Achara. I lunghi italiani si sono fatti apprezzare dall’ambiente giallorosso, dando il massimo in una stagione dalle mille vicissitudini che non ha regalato le gioie sperate in ottica precampionato.
Proprio Tommaso Fantoni è stato il primo tassello in ordine di tempo messo a segno dal Gm Antonello Riva per irrobustire il settore lunghi con uno dei giocatori più forti per la DNA Gold. Giocatore molto fisico a Barcellona ha vissuto la stagione della rinascita cestistica dopo lo sfortunato infortunio occorsogli in serie A con la maglia della Reyer Venezia nel dicembre 2012 nel match contro Bologna che lo ha costretto a fermarsi per oltre sei mesi, privandolo del massimo campionato.
Nonostante i mezzi tecnici indiscutibili, riprendere con l’attività agonistica a livelli competitivi non era facile, superando anche il parere di medici specialisti che gli tarpavano le ali. Le su cifre, 11 punti di media e quasi 5 rimbalzi per gara stanno a dimostrare che il ragazzo di Livorno, ex Nazionale, è tornato e vuole recuperare il tempo perduto per problemi fisici.
Con il pivot toscano abbiamo analizzato la stagione della Sigma, società che in questi giorni è interessata a vicissitudini extrasportive per rafforzare la società e garantirsi un futuro importante.
“Siamo partiti con grandi ambizioni ma la sensazione per tutto l’anno è che ci è sempre mancato qualcosa come testimonia il settimo posto finale. La fortuna non ci ha favorito, tutt’altro, gli infortuni hanno privato a rotazione il gruppo di elementi chiave per lo spogliatoio oltre a problemi interni, come i tre cambi di allenatore che non hanno favorito la necessaria continuità del progetto tecnico. Discorso diverso invece per Trento che ha vinto il campionato puntando su uno zoccolo duro ed un gruppo collaudato, ben allenato da coach Buscaglia mentre noi eravamo una squadra totalmente nuova per dieci effettivi”.
A livello personale si può tranquillamente affermare che per il giocatore il peggio è ormai alle spalle, il suo duro lavoro sotto canestro, fronteggiando giocatori con molti chili sulle spalle ha confermato che l’infortunio è un lontano ricordo e le motivazioni non gli mancano.
“Subire un intervento al legamento crociato del ginocchio non è una cosa da poco, tutti gli specialisti mi dicevano che il mio decorso si sarebbe potuto valutare ad un anno esatto dall’operazione chirurgica. Effettivamente fino a dicembre ho fatto fatica tra allenamenti e carichi di lavoro, poi ho superato tutto e mi sono sciolto in campo, cercando di offrire sempre il mio contributo alla causa. Alla fine ho ottenuto cifre e valutazioni che nessun medico mi avrebbe attribuito a scatola chiusa, sono felice per questo. Adesso il mio sogno è provare a ritornare in serie A ma le incertezze tecniche nei regolamenti non facilitano la vita dei giocatori. Coglierò al volo le opportunità che il mercato mi presenterà anche perché noi non abbiamo certezze, siamo abituati a peregrinare, assimilabili agli “zingari”.
Le aspettative in vista della nuova stagione sono elevate, come detto l’obiettivo principale è quello di ritornare in quella massima serie, al momento solo parzialmente assaporata altrimenti rimanere in seconda serie in un progetto vincente. Un dilemma che solo nelle prossime settimane troverà una soluzione.
“Devo dire che a Barcellona mi sono trovato molto bene, non è una frase di circostanza, anche la mia famiglia è stata accolta nel migliore dei modi e questo per un giocatore è una grande cosa. I tifosi sono stati sempre presenti con la parentesi dei playoff in cui hanno colorato il PalAlberti. La mia volontà sarebbe stata quella di rimanere in giallorosso, così come tanti miei compagni di quest’anno, l’obiettivo era perseguire l’esempio di Trento con una squadra confermata per due anni per tentare il salto di categoria e poi non faccio fatica a dire che la Sigma è un top team. Adesso bisognerà però capire le dinamiche future della società col presidente Bonina che potrebbe dar vita ad una rivoluzione tecnica e dirigenziale. Spero comunque che la squadra lotti sempre per il vertice della classifica”.
Infine un messaggio d’amore alla Sicilia, terra che ha stregato Fantoni e che in futuro potrebbe ancora vedere il suo nome accanto a quello del cestista labronico.
“Non so cosa mi riserverà il futuro, certo in Sicilia sono stato bene, è una regione di grande fascino. La nostra avventura è finita poco bene rispetto alle aspettative iniziali, proverà a rifarmi e chissà che non troverò il riscatto proprio con una compagine della Trinacria”.