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Europei 2021: 5 motivi per cui l’Italia di Mancini deve credere nella vittoria

Mancano poche settimane ormai all’inizio degli Europei di calcio 2021 e l’Italia di Roberto Mancini sembra essere una delle principali indiziate per la vittoria finale, lo si evince anche dalle quote sul torneo dei bookmakers. A spingere la nostra Nazionale in questa competizione ci sarà uno dei top player del nostro campionato: Lorenzo Insigne. Il talento partenopeo sta disputando con la maglia azzurra del Napoli una delle migliori stagioni da quando calca i campi di serie A. È ormai letteralmente al centro del gioco del Napoli, da tutti i punti di vista: è il capocannoniere della squadra e dal suo piede dipendono anche le fortune dei compagni. Parametrando i tocchi palla sul possesso della squadra quest’anno ne tocca 53.4 per 90 minuti (il massimo in carriera), contro i circa 42 degli anni di Sarri.

Insigne e Barella
Lorenzo Insigne e Nicolò Barella (foto Claudio Villa – Getty Images)

La sicurezza di Gigio Donnarumma. L’altra certezza di questa Nazionale è tra i pali e si chiama Gianluigi Donnarumma. Il 22enne portiere del Milan sta macinando record su record. Già 205 (!) le presenze in Serie A con la maglia rossonera, 241 contando tutte le competizioni. In Nazionale il debutto era arrivato nel 2016, sostituendo proprio Buffon nell’amichevole di Bari contro la Francia. Un vero passaggio di testimone tra uno dei portieri più forti di tutti i tempi e il suo degno erede.

La forza del centrocampo. Il centrocampo italiano è sembrato, finora, il reparto con la fisionomia più definita, con Jorginho, Verratti e Barella titolari. Come noto, in fase di possesso il 4-3-3 difensivo dell’Italia vira in maniera fluida verso una sorta di 3-2-4-1, con l’avanzata di uno dei terzini, in generale quello di sinistra, e il movimento in verticale della mezzala del lato opposto che va a giocare alle spalle del centrocampo avversario. Tra gli azzurri le funzioni degli interpreti sono state sempre chiare. Verratti, partendo da una teorica posizione di mezzala sinistra, supporta il mediano Jorginho nella fase di costruzione del gioco, alzandosi, eventualmente, in una seconda fase della manovra offensiva.

Ciro Immobile
Ciro Immobile celebra una rete con la Nazionale (foto Maurizio Lagana – Getty Images)

E l’attacco? Se il centrocampo è forse il reparto più forte, in attacco non mancano le certezze. Più di noi nelle qualificazioni ha segnato soltanto il Belgio, 40 gol a 37. La parte più difficile saranno i gironi eliminatori, Turchia e Svizzera rappresentano un inizio impegnativo. Ma se lo vinciamo negli ottavi dovrebbe toccarci l’Ucraina e più avanti probabilmente il Belgio, grande squadra con poca storia, che sbaglia sempre una partita. Nel frattempo la metà delle altre favorite si sarà eliminata fra loro. Il vero problema dell’Italia è che non ha abbastanza fisico per tenere il pallone in mezzo al campo, ma c’è la tecnica per andare oltre il pressing, saltando l’avversario. Ultimo limite, ci mancano i gol facili. Immobile è un cacciatore solitario, raramente la posizione di un centravanti che gioca fra due ali. Lì meglio Belotti. Potrebbero essere importanti gli ingressi a sorpresa di Caputo.

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