Il portale Superbasket a firma di Giuseppe Sciascia ha presentato la nuova riforma dei campionati che dovrebbe entrare a regime nell’arco dei prossimi due anni. FIP e leghe sono prossime ad un accordo quadro per la riforma dei campionati maschili con un discorso organico a partire dalla serie A fino ad arrivare ai tornei regionali. L’ultima consulta dei presidenti regionali avrebbe definito, di concerto con Lega Basket e LNP, un format complessivo da sottoporre al vaglio del prossimo Consiglio Federale in vista della ratifica nelle Disposizioni Organizzative Annuali del mese di maggio.
Per ora ci sarebbe lo scheletro generale col numero delle partecipanti, mancano le modalità di interscambio per arrivare al traguardo e la rimodulazione dei parametri dei tesseramenti per il nuovo format. La riforma dovrebbe andare a regime entro la stagione 2024/25 (ma c’è anche l’ipotesi di un anticipo al 2023/24). L’idea generale, confermando le 16 partecipanti alla serie A, sarebbe quella di tornare al format pre-2013 quando LegAdue e DNA vennero accorpate nell’attuale serie A2. Che resterà in versione ridotta (da 28 a 20 squadre), mentre la B attuale da 64 formazioni verrà sdoppiata in un campionato di vertice a 32 squadre e un torneo interregionale da 96 partecipanti. Ecco nel dettaglio cosa accadrà per ogni categoria.
SERIE A – Conferma del format attuale a 16 squadre con 2 retrocessioni in A2 e due promozioni dal primo campionato dilettantistico. Dalla stagione 2022/23 entrerà in vigore il “Manuale delle licenze” approvato in occasione dell’assemblea LBA di Pesaro con maggiori vincoli sui controlli economici oltre a quelli già previsti dalla Com.Te.C., e maggiori investimenti su settore giovanile e struttura societaria. Il massimo campionato sarà l’unico per il quale varrà la legge 91/81 sul professionismo sportivo che verrà abrogata per i dilettanti dall’entrata in vigore del decreto sul lavoro sportivo contenuto nella riforma Spadafora (da capire se già dall’1 luglio 2022 o dall’1 gennaio 2023).
SERIE A2 – Il primo campionato dilettantistico scenderà progressivamente dalle attuali 28 squadre alle 20 previste dal nuovo format – con un passaggio intermedio a 24 squadre prima della riduzione definitiva – mantenendo l’attuale regime dilettantistico nell’ottica però dell’obbligo di contribuzione per tutti i lavoratori prevista nella nuova forma di lavoro sportivo disposta dalla legge (non solo giocatori ma anche allenatori, direttori sportivi e altre figure professionali che svolgeranno attività primaria per una società sportiva). Anche per l’A2 saranno introdotti ulteriori vincoli relativi ad iscrizione ed ammissione al campionato sulla falsariga del “Manuale delle licenze” della A.
TERZO CAMPIONATO – Si tornerà alla vecchia DNA (prima A dilettanti e B d’Eccellenza), assorbendo le 8 retrocesse dall’A2 più le migliori 24 squadre dell’attuale serie B per un torneo che dovrebbe prevedere 2 gironi da 16 squadre per un totale di 32 partecipanti. Al vaglio l’ipotesi di consentire uno straniero per questo terzo livello.
QUARTO CAMPIONATO – Le 40 squadre residue dell’attuale serie B entrerebbero in un campionato interregionale di serie B a 96 squadre, assorbendo 56 realtà dall’attuale C Gold (e C Silver laddove non c’è il primo campionato regionale), suddivise originalmente in 8 gironi da 12 squadre, la cui gestione dovrebbe essere affidata agli Uffici Gare regionali.
I REGIONALI – Sparirà l’attuale suddivisione tra serie C Gold e C Silver, partendo con un primo campionato regionale articolato comunque su 16 gironi a livello nazionale per garantire un interscambio equilibrato con il secondo livello della serie B. Si valuta la possibilità di ridurre da due ad uno gli stranieri non formati tesserabili.