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Ecco la riforma dello sport: tutele per i lavoratori e professionismo femminile

Arriva l’ok alla riforma dello sport voluta da Vincenzo Spadafora, ma senza il primo dei sei decreti, quello sulla governance di Coni e federazioni che aveva fatto litigare Malagò, i presidenti federali e il ministro e sul quale le forze di maggioranza si sono divise.

Sport e salute
Più tutele per i lavoratori sportivi con la riforma di Spadafora

“Approvati dal Consiglio dei Ministri cinque decreti di riforma dello sport – l’annuncio dell’esponente del Governo Conte –. Le tutele per i lavoratori sportivi, il professionismo femminile, l’accesso degli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato, l’abolizione del vincolo sportivo per i più giovani sostituito da un premio di formazione sono solo alcune delle norme che più mi rendono felice. Peccato – è però la nota amara del ministro Spadafora – non aver trovato un accordo sul “decreto uno”, che metteva ordine nei ruoli e nelle funzioni degli organismi sportivi”.

Soddisfatto il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli: “L’approvazione nel cdm di una norma per l’accesso degli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato è una notizia straordinaria, la realizzazione di un sogno che ho cullato da atleta e inseguito da dirigente e uomo di sport negli ultimi 20 anni. Si tratta di una importante conquista di civiltà che contribuirà a cambiare la cultura del nostro Paese”. 

Luca Pancalli
Luca Pancalli è il presidente del Comitato Paralimpico

Intanto le federazioni si sono ricompattate ancor di più sotto l’ombrello del Coni sul tema dei contributi extra. A Palazzo H si è svolta una riunione tutta dedicata al delicato tema, che tocca nel vivo la gestione delle organizzazioni, della ripartizione dei 67,8 milioni derivanti dalla Legge di assestamento del bilancio dello Stato, affidata a Sport e Salute. Assenti dal tavolo al Comitato olimpico nazionale Federcalcio, Federtennis, Federnuoto e Aeroclub. L’incontro è durato circa due ore e avrebbe maturato lo studio di un documento condiviso dalle federazioni per rappresentare le loro istanze: criteri, ripartizione e vincolo di destinazione dei fondi sono i nodi che le federazioni chiedono di sciogliere.

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