È un Lello Di Napoli letteralmente furioso quello che si è presentato in conferenza stampa insieme al vicepresidente Pietro Gugliotta dopo la sospensione del silenzio stampa. L’allenatore del Messina non ha gradito qualche critica di troppo a seguito della gara persa in casa con l’Andria e non le ha mandate a dire: “Nel giorno della mia presentazione ho detto che sarebbe stato un onore rappresentare il Messina e lo confermo anche adesso, ma da persona umile quale sono non voglio essere scambiato con una figura non professionale. Lavoro otto ore al giorno, se non di più, per la squadra, dimostrando di avere umiltà. Mi prendo le critiche, ci sta quando non si vince che il primo responsabile sia l’allenatore e questo vale anche per domenica, ma non voglio passare per chi non ha gli attributi”.
Un pensiero che il tecnico giallorosso ribadisce, tenendo a sottolineare l’esperienza accumulata in questi anni tra Empoli, Frosinone, Avellino, Ischia e Barletta, pur trovandosi al debutto nell’avventura da allenatore in prima: “Ho fatto per tanti anni questo tipo di lavoro, sia in B che in C, non da semplice allenatore in seconda, ma da vice che partecipava. Domenica posso aver sbagliato tattica e modulo, c’è da discuterne ed il silenzio stampa non ci ha certamente aiutato. Il presidente e la società sono incavolati per una prestazione del genere, ma io lavoro tutta la settimana con la squadra”.
Nonostante l’attuale +6 sulla zona calda la salvezza non è ancora in cassaforte: “Abbiamo avuto anche una flessione a livello mentale. Ho rivisto la partita ed a livello di carattere è stata una delle peggiori gare. Eravamo convinti di fare un sol boccone dell’avversario, invece la salvezza passa da tanti sacrifici, altrimenti non si va da nessuna parte. La società, pur essendo neofita e commettendo degli errori, ci mette nelle migliori condizioni per operare. Bisogna però remare tutti nella stessa direzione per condurre la nave in porto. I tifosi ci sono stati sempre vicini e ci hanno stimolato, è giusto ricevere sia applausi che fischi. Non è più il momento di parlare, servono i fatti”.
Le scelte tattiche della sfida con i pugliesi vengono così spiegate con qualche giorno di ritardo rispetto al necessario: “Per essere simpatico e piacere alla gente non faccio la marionetta in campo, urlando ai giocatori. Bado al sodo, questo lavoro è la mia vita e chi lavora con me sa cosa pretendo. Non è alzando la voce che si incute timore, occorre trovare le soluzioni giuste per la squadra. Mi piacerebbe anzi farvi vedere cosa accade realmente negli allenamenti. Stare seduti in tribuna o a casa è molto semplice, in campo invece è un attimo e bisogna prendere le decisioni nel rispetto del gruppo. Ovviamente si può anche sbagliare, ma non tollero, nella maniera più assoluta, di essere offeso”.
Di Napoli ha fatto il punto anche sulle scelte legate all’undici titolare ed agli avvicendamenti a gara in corso: “Domenica ho impiegato Barilaro perché volevo più spinta sulla destra, dato che loro soffrivano le nostre giocate sugli esterni. Ho schierato dall’inizio Giuseppe Russo perché doveva fare la transizione negativa in quanto l’Andria giocava a velo. La sostituzione di Gustavo? È un giocatore di categoria superiore ma deve lavorare tutti i giorni in una certa maniera, perché poi in partita ci si aspetta la giocata da parte sua. Ho dunque pensato di inserire Baccolo, schierando inoltre due punte per avere maggiore forza fisica”.
Chiusura dedicata alla società: “I tre anni di contratto sono un attestato di fiducia della proprietà nei miei confronti. Ci sono persone in gamba vicine a me come il ds Argurio, il dg Manfredi ed il team manager Ciccio Alessandro. La società deve stare serena con questo gruppo di lavoro che opera per il Messina ed anche per rappresentare la città. Posso sbagliare, ma se lo faccio è solo in buona fede”.