Alla mezzanotte del 17 febbraio è scaduto il termine per il versamento di stipendi e contributi del trimestre novembre-dicembre-gennaio. Il Messina ha corrisposto gli emolumenti ai tesserati ma andava sanato anche l’aspetto previdenziale. In merito si attendono eventuali comunicazioni da parte del club, che è rimasto in silenzio nel corso di una giornata interminabile, e per certi versi drammatica.
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I tifosi vivono infatti ore di grande apprensione. In caso di fumata nera si concretizzerebbe una penalizzazione pesantissima in ottica salvezza, anche per il segnale che verrebbe dato alla piazza e ad una squadra che invece ha sempre risposto presente sul campo. Per scongiurare gli scenari più cupi era necessario un intervento in extremis della nuova proprietà, l’Aad Invest Group, o piuttosto del socio di minoranza Pietro Sciotto, che ha passato la mano ad inizio gennaio.
Peraltro dopo avere fornito, fin dal giugno scorso, ampie rassicurazioni sulla solidità di chi è subentrato al suo posto, al netto degli altri obblighi assunti dagli acquirenti di fronte al notaio Silverio Magno, seppur in parte slegati dall’aspetto debitorio pregresso, del quale dovrà rispondere invece la proprietà uscente se verrà superato il “tetto” fissato al momento di vendita.
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L’ultimo mese è coinciso con una sterzata sul campo, anche grazie al rifacimento quasi integrale della rosa da parte del ds Domenico Roma (ventotto operazioni di mercato, quindici in entrata). L’auspicio è che non si sia trattato di una mera illusione.
Sarebbe l’ennesima in sedici anni a dir poco tormentati, che dal 2009 hanno finito per disperdere un patrimonio di entusiasmo e calore, che pure cova sotto la cenere e non a caso si era appena riacceso di fronte ai primi confortanti segnali di discontinuità con il passato. Almeno fino alla temuta scadenza del 17 febbraio, che adesso lascia tutti con il fiato sospeso.