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Messina

Due finestre sul futuro. Ilari lavora allo staff, per Mannino priorità stadi

Si gioca su due tavoli il futuro del Messina, che potrebbe presto cambiare proprietà dopo sei anni di gestione Sciotto. Gli imprenditori interessati a rilevarne il testimone lavorano per non farsi trovare impreparati, anche perché tra poco più di tre settimane dovrà essere formalizzata l’iscrizione al prossimo campionato di Lega Pro, il terzo consecutivo per l’Acr.

Manuele Ilari
L’imprenditore romano Manuele Ilari

Il 41enne romano Manuele Ilari ha studiato le carte inoltrate nei giorni scorsi dal club, sta limando una proposta d’acquisto che presto sarà discussa con la controparte e lavora già agli aspetti di campo. Il gruppo legato all’amministratore della Mmr Cinema e della Madison Village avrebbe infatti già avviato i contatti per individuare le principali figure dalle quali ripartire.

Dal nuovo direttore generale al ds che dovrà scegliere il futuro tecnico e avviare i contatti con i procuratori. Un segnale che, sotto traccia, c’è fiducia sulla conclusione di un affare fin qui blindato da un patto di riservatezza. Se l’avvicendamento alla guida del club sarà formalizzato, potrebbero essere tante le novità, fermo restando che il club ha già sette calciatori vincolati e dovrà eventualmente esercitare entro metà luglio le sei opzioni previste nei contratti in scadenza.

Pietro Sciotto
Il presidente Pietro Sciotto al Comune (foto Paolo Furrer)

I consulenti di fiducia di Ilari avranno un nuovo colloquio con il presidente Pietro Sciotto, che nel suo saluto di commiato ha già chiarito che chiederà una parziale contropartita in cambio della cessione del club. Il nodo, com’è noto, è legato ad una “due diligence”, che svelerà gli effettivi conti di un club che vanta alcuni crediti in Lega (il famoso tesoretto del “minutaggio”) ma anche passività più o meno fisiologiche, come le rateizzazioni fiscali quinquennali, in parte già onorate, e le prossime scadenze (su tutte l’ultimo trimestre di stipendi e contributi ai tesserati).

Si attendono le prossime mosse del grande competitor, l’imprenditore palermitano Fabrizio Mannino, che si è presentato ai microfoni della “Gazzetta del Sud”, chiarendo come l’aspetto prioritario del suo investimento sia legato alle certezze sugli stadi “Franco Scoglio” e “Giovanni Celeste”. Le condizioni del manto erboso della struttura di San Filippo sono state effettivamente per mesi un grave cruccio e un autogol anche di natura mediatica, per le note difficoltà legate al drenaggio, che l’impianto paga da un decennio.

Stadio Franco Scoglio
L’area di rigore “rattoppata” dai giardinieri (foto Paolo Furrer)

La piena disponibilità di un campo di allenamento ha rappresentato una spina nel fianco della presidenza Sciotto, anche dopo che si è conclusa la coabitazione forzata con il Fc di Rocco Arena. E d’altronde sul punto anche un predecessore, Pietro Lo Monaco, entrò spesso in contrasto con le Amministrazioni dell’epoca. Mannino è stato chiaro: “Credo si debba pensare ad “una fase due” per l’Acr Messina, che non potrà prescindere dal disporre a lungo termine degli impianti sportivi necessari, sul modello delle migliori società europee”.

Nella Pec inviata al sindaco sarebbe stato citato anche il PalaRescifina, altra cattedrale mai pienamente sfruttata per la scomparsa della pallacanestro e della pallamano di vertice, mentre il volley femminile, tornato dopo vent’anni in serie A2 con l’Akademia Sant’Anna, è stato dirottato all’Annunziata, in uno dei pochi palasport dotato di effettiva agibilità.

concerti
Una visione d’insieme del “Franco Scoglio” durante un concerto

Una concessione pluriennale dovrà comunque passare dal consiglio comunale, come sa bene anche la famiglia Franza, che per prima provò a percorrere questa strada. Il 52enne investitore palermitano punta probabilmente anche ad uno sfruttamento commerciale degli impianti, fin qui concretizzatosi soltanto con un paio di concerti estivi ogni anno, e non a caso ha svelato i contatti con altri imprenditori locali, che potrebbero essere attratti dall’operazione. “Ho colto grande disponibilità a sostenere un progetto serio e strutturato”, ha aggiunto Mannino alla Gazzetta.

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