Neppure il ritorno di Di Costanzo è bastato per garantire una svolta alla sconvolgente stagione del Messina. Chi credeva di avere toccato il fondo nel recente quinquennio tra i Dilettanti si è dovuto forse ricredere. Vero è che i peloritani sono pur sempre reduci da due promozioni, che li hanno riportati in terza serie, e che la gratitudine è merce rara nello sport, ma è altrettanto innegabile che la tranquilla salvezza indicata come obiettivo in estate è ormai un miraggio e che nessuno avrebbe potuto immaginare che la stagione 2014/15 sarebbe passata alla storia per alcuni record poco invidiabili, come quello delle sei sconfitte consecutive inanellate dopo la battuta d’arresto dello “Zaccheria”: non accadeva dal campionato di serie A 2006-07, quando due arrivarono con Cavasin in panchina, seguite dalle quattro della seconda gestione Giordano.
La luce in fondo al tunnel non si intravede ancora, in attesa della scossa che solitamente è garantita da un avvicendamento in panchina. Con sette assenze ed un paio di allenamenti alle spalle sarebbe stato comunque ingeneroso chiedere di più a Di Costanzo, che ha già ridisegnato la formazione sulla base del 4-4-2, suo marchio di fabbrica. Il reparto arretrato ha pagato le consuete disattenzioni, mentre la proposizione da esterno di Spiridonovic non è giudicabile perché l’austriaco è stato subito costretto ad abbandonare il campo per infortunio: una iattura in più, considerata la panchina cortissima. Il Foggia, reduce da due ko consecutivi, si è messo alle spalle il periodo no grazie all’ex reggino Sarno, che ha sorpreso la distratta retroguardia peloritana su un corner, sfruttando il suggerimento di Minotti.
Il copione non è cambiato nella ripresa: biancoscudati incapaci di aumentare il ritmo e costretti ad incassare in apertura il colpo del ko. Ci ha pensato ancora la punta napoletana, che con la doppietta ha raggiunto a quota 9 reti Cavallaro, a coronamento di una bella triangolazione con Agnelli e con l’aiuto di una sfortunata deviazione di Nigro. Una piacevole rivelazione lo spagnolo Maza, determinante nell’azione del raddoppio, meno coinvolto rispetto al solito il marcatore principe Iemmello, uno dei tanti rimpianti del mercato giallorosso. I pugliesi hanno riacceso la fiammella in chiave playoff, per i quali però si candida adesso con prepotenza il Matera, capace di sbancare con autorità l’Arechi di Salerno.
I siciliani, scavalcati al quint’ultimo posto da un Savoia che attende però una penalizzazione, devono invece fare i conti con una classifica drammatica. Soltanto tre le lunghezze di vantaggio sulla Reggina, fanalino di coda. I playout, a sette punti dalla salvezza diretta, sono ormai una triste realtà. Il rischio ora è anche quello di doversi guardare alle spalle: impensabile sino a due mesi fa. Saranno fondamentali gli scontri diretti. Nelle ultime otto giornate di campionato il Messina dovrà affrontare le due formazioni che si contendono la B diretta, Salernitana e Benevento, un Catanzaro ormai certo della permanenza e parimenti distante dai play-off, e ben cinque formazioni in lotta per evitare la retrocessione in D.
Il Martina ed il Cosenza, di scena sabato al San Filippo, hanno in realtà un margine rassicurante sulla zona calda e dovrebbero avere qualche motivazione in meno. Le sfide con Savoia, Aversa Normanna ed Ischia rappresenteranno invece un autentico antipasto degli spareggi post-season. Un Messina capace di ottenere appena un pareggio nelle ultime otto gare e la miseria di cinque punti in tutto il girone di ritorno non parte certo con i favori del pronostico, ma in realtà basterebbe una reazione d’orgoglio per assicurarsi almeno la migliore posizione nella griglia play-out.
Lo staff tecnico può consolarsi almeno con i rientri previsti per la sfida con i silani. Cane, Silvestri e Ciciretti hanno scontato la squalifica, il solo Stefani dovrà restare fermo un altro turno. È destinato a crescere Mancini, ancora non al meglio per la fastidiosa tendinite che lo ha tenuto fuori per qualche settimana. Ad inizio settimana si è rivisto anche Benvenga, ai box fin dalla positiva prova con la Reggina. Il prossimo week-end potrà già dire molto, anche perché Aversa ed Ischia sono attese da due trasferte da brividi a Lecce e Castellammare mentre Reggina-Melfi e Paganese-Savoia rappresentano altri spareggi per la sopravvivenza.