In casa Catanzaro c’è grande amarezza per la decisione della Questura, che ha chiuso le porte anche al migliaio di abbonati e disposto l’assurda disputa a porte chiuse della sfida con il Messina. Il direttore sportivo Carmine Donnarumma non ha voglia di aggiungere altro in merito e preferisce invece concentrarsi sul calcio giocato: “Sarà una bella partita, contro una buona squadra, che sta facendo un ottimo lavoro. Faccio i complimenti ad Argurio e ad Arturo Di Napoli. Noi invece stiamo cercando di risollevarci dopo un inizio difficile. Il nostro sarà un campionato di sofferenza, ce lo aspettavamo”.
Il dirigente è comunque fiducioso dopo il cambio in panchina: “Nell’arco di una stagione tutte le squadre devono affrontare prima o poi un momento di crisi. Noi speriamo di essercelo già lasciato alle spalle. Ho scelto Alessandro Erra, perché è un allenatore che conoscevo personalmente e stimavo. Sta facendo un buon lavoro”.
A dispetto delle incertezze degli ultimi mesi Donnarumma è ancora convinto che Cosentino rappresenti un valore aggiunto: “La forza di questa squadra è la società, che resta solida. Il presidente ha scelto di investire meno rispetto al passato ma oggi se si vuole avere lunga vita bisogna gestire le risorse. È un passionale ed ama la sua creatura. In passato si è fatto prendere la mano, si è fatto trascinare dalla voglia di vincere. Invece è giusto investire ma senza esagerare. Meglio effettuare scelte ponderate ed equilibrate. Alla lunga si vedranno i risultati”.
Donnarumma stila per noi una scala dei valori in campo quando siamo ormai prossimi a metà stagione: “Non ci sono due o tre squadre nettamente superiori alle altre, come era avvenuto un anno fa. Vi sono invece sei formazioni di assoluto spessore, come Benevento, Foggia, Lecce, Matera, Juve Stabia e Catania. E poi tutti gli anni dalla A alla D c’è sempre una grande sorpresa, che quest’anno è il Messina. La scomparsa di sei quadre e la riduzione dei tre gironi a 18 ha messo tanti calciatori sul mercato e quindi il livello tecnico è più elevato. Alla fine tutto tornerà nei ranghi anche se una squadra come l’ACR ha i numeri per inserirsi fino in fondo al posto di una più titolata”.
La sfida di Catanzaro avrà ovviamente un significato supplementare per due ex come Giampà e Squillace, peraltro grandi protagonisti in Calabria: “Mimmo più che un calciatore è un simbolo, legato alla maglia ed alla città”. A 38 anni è vicino alle 50 presenze nella sua Catanzaro, impreziosite da 7 reti, 4 nell’ultimo biennio. In riva allo Stretto ha lasciato il segno tra il 2004 ed il 2006. “Tommaso è un ex con minore militanza a Messina mentre qui ha già giocato 102 partite. È un elemento affidabile, di categoria, che per me vale anche qualcosa in più della Lega Pro. Spero possa dimostrarlo in futuro”.