Oltre alla pronuncia di primo grado relativa al filone d’inchiesta su “Dirty Soccer”, che vede tra gli imputati l’attuale tecnico del Messina Arturo Di Napoli, per i fatti relativi a L’Aquila-Savona, il Messina attende anche un’altra decisione.
Nella tarda mattinata di martedì si è svolta infatti, sempre nella Capitale, di fronte alla sezione Tesseramenti del Tribunale Federale Nazionale, l’udienza relativa alla vertenza presentata dagli ex collaboratori del tecnico Gianluca Grassadonia, ovvero il suo vice Vincenzo Criscuolo ed il preparatore atletico Salvatore Malafronte. I due, assistiti dall’avvocato Ignazio Leo (nella foto grande in alto insieme al collega Giovanni Villari), sono attualmente senza squadra, dal momento che l’allenatore della Paganese in estate ha scelto un nuovo staff per la sua nuova avventura in Campania.
In prima battuta gli organi federali hanno ritenuto che i contratti pluriennali di Criscuolo e Malafronte, con scadenza prevista per giugno 2016, siano da ritenersi ancora validi, disponendone la registrazione, in quanto la retrocessione del Messina in serie D – che avrebbe comportato la loro decadenza – è stata vanificata dalla successiva riammissione del club in Lega Pro.
L’ACR nel frattempo aveva già messo a busta paga un nuovo staff tecnico, composto dai due Di Napoli, Arturo e Raffaele, e dal preparatore atletico Maurizio Nanula. Per Stracuzzi e soci quindi il rischio di un esborso supplementare, dal momento che dovrebbero onorare anche un anno di contratto (o comunque indennizzare) gli ex collaboratori di Grassadonia. Nei locali della FIGC il club peloritano è stato difeso dall’avvocato messinese Giovanni Villari.