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Di Napoli: “Oggi faremmo faville in A. Che litigi con Zampagna, Iliev l’ho salvato…”

Il trionfo nella Machenesanno’s Cup di “Serie A – Operazione Nostalgia” ridà un sussulto al calcio messinese. L’ex attaccante giallorosso Arturo Di Napoli scherza sul successo colto nel concorso promosso da una delle pagine Facebook più seguite dagli appassionati, che veleggia verso il milione di like: “Abbiamo vinto anche se non ho mai votato il nostro tridente… Evidentemente nella mia carriera ho fatto qualcosa di buono. Con Zampagna e Iliev oggi faremmo faville in serie A, dove tante valutazioni dei giocatori, dovete consentirmelo, sono sproporzionate rispetto al loro reale valore”.

Eppure, nonostante le 21 reti in coppia, nove timbrate da Re Artù, in quel fantastico 2004-2005 non era tutto rose e fiori: “Con Riccardo paradossalmente non andavamo d’accordissimo, c’erano tanti attriti. Era bello giocarci vicino, anche se spesso ci punzecchiavamo. Eravamo un po’ stupidi, come capita spesso a quell’età”. Il bomber umbro ha firmato pagine memorabili, forse irripetibili: “Era straordinario, proponeva giocate che ho visto fare a pochi. Il pallonetto con la Roma è Zampagna, un folle che non aveva paura di niente. Purtroppo è arrivato tardi nel calcio che conta e ha raccolto poco rispetto alle qualità che aveva”.

Zampagna
Zampagna festeggia un gol con la maglia del Messina

Diverso il rapporto con Ivica, che ha avuto una svolta nel derby: “Iliev purtroppo non segnava. Ma era un problema per i difensori: in allenamento hanno rischiato di perdere qualche menisco per le sue sterzate e i cambi di direzione. Con la Reggina sbagliò un gol clamoroso: poi quando realizzai il 2-1 mi abbracciò e mi disse: “Mi hai salvato, mi avrebbero massacrato…”. Abbiamo riso per tutto l’anno su questa cosa”.

Chiusa la pagina dei ricordi, Di Napoli paradossalmente cambia tono, pensando all’attualità: “Messina è da rifondare. Ci vorrebbe un imprenditore facoltoso, perché merita palcoscenici diversi. Tolto lo zoccolo duro dei tifosi, che morirebbero per la maglia, c’è stato un disamoramento incredibile. L’ultima volta che sono tornato l’ho vista molto triste. Forse ci vorrebbe anche una squadra sola in D anzichè due come oggi…”.

Arturo Di Napoli
Per Arturo Di Napoli 20 reti in 32 gare con l’Acr nella serie D 2009-2010, dopo i fasti della A e della B

L’ultima esperienza in C si è chiusa infatti prematuramente, con una squalifica: “Avevamo portato 20mila spettatori sugli spalti, poteva essere un campionato diverso ma il 2 febbraio si è rotto qualcosa. Io tenevo unite tante persone. Avevamo centrato grandi risultati, spendendo poco. Sono riuscito ad esempio a convincere personalmente Martinelli. Poi sono stato costretto a lasciare la squadra a Lello Di Napoli, persona davvero competente e perbene”.

La ferita del calcioscommesse è ancora aperta: “A Catanzaro ho ottenuto un’assoluzione piena, proposta dal pm che mi aveva accusato. Le carte processuali mi hanno restituito dignità. Alla Figc sono stati trasmessi quegli incartamenti. Ecco perché con gli avvocati Rossella Guglielmo e Antonio Fazio abbiamo chiesto la revisione del processo sportivo”.

Arturo Di Napoli e Renato Accorinti
L’ex attaccante giallorosso Arturo Di Napoli e l’ex sindaco Renato Accorinti ad un match di beneficenza

Di Napoli non nasconde l’amarezza per il processo ancora aperto, proprio in riva allo Stretto: “Con Messina ho un rapporto di amore e odio, perché sono stato infamato ingiustamente. Spero di risolvere tutto lunedì prossimo, nell’udienza fissata in tribunale. Dopo l’affetto degli anni scorsi, mi aspettavo almeno il beneficio del dubbio. Gli insulti a priori, anche da parte dei tifosi, sono stati per me una grande delusione. Avrebbero potuto aspettare l’esito del processo. Sicuramente non sono un mostro e non mi sono venduto le partite. Avevo appena iniziato la carriera di allenatore e non potevo giocare per perdere. Mi dovranno chiedere scusa. Sembra destino, ma anche la pagina dei ricordi oggi, per Messina, sembra un po’ annacquata…

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