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Di Napoli: “Condannato da tanti ma amo sempre Messina. Non giudico i tifosi”

Re Artù è nel suo feudo, in quella Lombardia che piange migliaia di morti dovuti al Coronavirus, ma che da tempo costituisce la nuova sfida per l’ex bomber milanese, oggi alla guida del Cologno, società impegnata nel campionato di Eccellenza.

A due passi da casa, ma soprattutto lontano da quei riflettori che da sempre sono stati croce e delizia di uno dei grandi protagonisti dell’ultima grande pagina del calcio messinese. Le nubi dovute alla squalifica per calcioscommesse appartengono ormai al passato. La giustizia ha dato ragione ad Arturo Di Napoli, che in tutti quei mesi non ha mai smesso di proclamarsi innocente. In lui adesso c’è voglia di tornare al calcio vero e autentico, mosso dalla passione dei ragazzi.

Arturo Di Napoli è stato allenatore del Messina

Un ambiente sano che in Di Napoli ha fatto riaccendere quella fiammella mai sopita: “Allenando questi ragazzi ho ridato fiducia al calcio – ha sottolineato Re Artù –. Dunque ringrazio il presidente, nonché mio amico, Giancarlo Patera, che ha pensato bene di coinvolgermi in questo progetto tanto folle quanto bello e affascinante. Lui è una persona che nel corso degli ultimi anni ha investito molto nel settore giovanile di questa società e adesso ha voluto affrontare questo campionato di Eccellenza con una squadra interamente formata da ragazzi che sono nati e cresciuti nel Cologno”.

Il calciatore cresciuto nel vivaio dell’Inter rimarca anche gli aspetti che vanno oltre lo sport: “È un progetto che ha anche una grande valenza sociale, considerato che consente a molti ragazzi di non incappare nei rischi che può portare la vita di strada, insegnando i veri valori dello sport e del sacrificio. Qui in Lombardia, come in ogni altra parte d’Italia, anche in Eccellenza, ci sono società che investono per vincere. Questo invece è un progetto quasi a costo zero ed io sono onorato di guidare questi ragazzi dalla panchina. Stiamo parlando di giovani che hanno in media 19 o 20 anni e dopo una giornata di studio o di lavoro vengono ad allenarsi”.

Di Napoli in gol in Messina-Catania del 2004

Il calcio ai tempi del Coronavirus consente ai protagonisti del calcio di ieri e di oggi di sfogliare l’album dei ricordi e per Re Artù inevitabilmente quelli più belli portano in riva allo Stretto, a Messina e a quegli anni da giocatore culminati con la promozione in Serie A e al successivo settimo posto in massima serie. Obiettivi raggiunti con i suoi gol, indimenticabili quelli con Catania e Atalanta, fino alla doppietta contro il Como nella notte della promozione, senza dimenticare le reti nel derby con la Reggina e con l’Inter nel giorno della storica vittoria contro gli uomini di Roberto Mancini. Anni che hanno forgiato un amore tanto profondo quanto reciproco tra Di Napoli e i tifosi giallorossi, che lo stesso ex numero dieci ha potuto rafforzare nella stagione 2015/16, alla guida dell’Acr Messina.

Arturo Di Napoli
Arturo Di Napoli esulta dopo un gol

Di Napoli è stato il grande protagonista del passaggio da Pietro Lo Monaco al gruppo guidato da Natale Stracuzzi, prima che arrivasse la squalifica: “Il rammarico per quella stagione nasce dal fatto che avevamo ottenuto degli ottimi risultati partendo da zero e creando in poco tempo una struttura societaria e tecnica. Quando chiudemmo l’accordo don Lo Monaco non mi vergogno di dire che abbiamo iniziato una vera e propria raccolta fondi “porta a porta” per arrivare ai famosi 600mila euro di fideiussione per l’iscrizione al campionato. Abbiamo portato avanti delle trattative con degli sponsor per permettere alla società di finire la stagione. Christian Argurio e Lello Manfredi, che non smetterò mai di ringraziare per l’impegno profuso in quella fase, li ho voluti fortemente e poi ai soci toccava l’aspetto gestionale. Quasi tutti gli elementi di quella rosa li ho scelti personalmente, una squadra creata a costi davvero ridotti per la categoria ma che ha portato dei risultati importanti. Ricordo che andammo a Foggia a giocarci il primo posto contro una squadra che era stata costruita con un budget di diversi milioni di euro. Anche se per pochi mesi, essere stato l’allenatore di quel gruppo è stato per me motivo di grande soddisfazione”.

Arturo Di Napoli
Un primo piano di Arturo Di Napoli

Di Napoli, però, si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: “Quello che mi dispiace è che al momento della squalifica c’è stato qualcuno sembrava non aspettasse altro. Io per il Messina ho dato tutto me stesso. So cosa può dare quell’ambiente e quell’ambiente sa cosa posso dare io, invece sono stato subito giudicato e condannato senza che venisse mai posto il dubbio sulla mia colpevolezza. Mi sono sempre proclamato innocente e i fatti mi hanno dato ragione, sono stato assolto dallo stesso pm che mi aveva incriminato e questo deve far capire la mia totale estraneità ai fatti. Purtroppo quello che mi ha fatto male è che chi sapeva quanto io fossi attaccato a Messina e al Messina non sia stato colto neanche dal dubbio sulla mia colpevolezza. Questo, però, non mette assolutamente in discussione il grande amore che ho per Messina, una realtà che mi ha dato tanto e dove ho ancora tanti affetti, come Gaetano Alessandro, che seguo sempre con grande attenzione con la sua associazione “Donare è Vita” che da anni promuove la donazione degli organi”.

Di Napoli a colloquio con il ds Argurio e l'avvocato Villari
Di Napoli a colloquio con il ds Argurio e l’avvocato Villari

Sull’attuale situazione del calcio messinese, Di Napoli non usa mezze parole: “Quel che è certo è che una città come Messina non può permettersi due squadre. Ho visto che uno dei gruppi organizzati adesso ha iniziato a seguire il Fc Messina e questo ha creato ulteriore divisione, ma sinceramente non mi sento di giudicare né loro né chi ha deciso di restare al fianco dell’Acr Messina. Bisogna conoscere certe dinamiche e io non le conosco. So per certo che a fare queste scelte sono ragazzi che sognano di rivedere la propria squadra ai massimi livelli e hanno deciso spinti dalla passione, senza secondi fini”.

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