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Di Napoli: “Aprirò una scuola calcio a mio nome. Stracuzzi va supportato”

Tra le vecchie glorie accorse al “Franco Scoglio” c’era anche Arturo Di Napoli, che il terreno di San Filippo lo ha calcato fino a qualche settimana fa, anche se soltanto per accomodarsi in panchina. Poi la squalifica confermata dalla Corte Federale d’Appello lo ha costretto ad un esilio forzato: “Sarei un bugiardo se dicessi che lo sto vivendo bene. Ma la situazione purtroppo è questa. Ma ho sempre detto che per rispetto della mia persona e della mia famiglia andrò avanti perché voglio chiarire questo grande equivoco. Pago per una cosa che non ho commesso, sono amareggiato e deluso”.

Vecchie Glorie
Le vecchie glorie giallorosse celebrano una rete (foto Giovanni Chillemi)

“Re Artù” rivendica i grandi risultati ottenuti dal “suo” Messina: “Quest’anno abbiamo compiuto un autentico miracolo, partendo in grande ritardo, allestendo la squadra in fretta e furia ed azzeccando tutti gli acquisti, perché tanti ragazzi adesso sono molto ambiti sul mercato. Raggiungere la salvezza con tutto questo anticipo è un autentico capolavoro. Sono state gettate le basi per puntare a qualcosa di importante l’anno prossimo, purché vi siano le risorse adeguate. Stanno facendo grossi sacrifici, vanno supportati maggiormente. Bisogna uscire da questa palude, la città merita altro”.

Arturo Di Napoli e Ninni Bruschetta
Arturo Di Napoli e Ninni Bruschetta

All’orizzonte adesso progetti alternativi, che lo terranno impegnato anche nel lungo periodo in cui non potrà ricoprire incarichi ufficiali (tre anni e mezzo anche se si attende l’avvio del processo penale a Catanzaro e l’eventuale terzo grado sportivo di fronte al Coni a Roma): “Insieme alla società aprirò una scuola calcio a mio nome. Cercheremo di collaborare, rispettando però le regole. La squalifica mi consente di lavorare ma ci sono certi paletti. La società mi è stata vicina. Ci sono state delle divergenze ma ringrazio Stracuzzi, Gugliotta, Oliveri e Micali, perché hanno capito che ho dato tanto per questo progetto e mi hanno dato forza. Ho operato anche per loro. Sono orgoglioso di avere contribuito a creare qualcosa di importante a Messina. Ho fatto tanti sacrifici e rivendico la paternità dei risultati. Certo c’è anche chi si è accomodato a tavola già apparecchiata e si è preso dei meriti che forse sono un po’ eccessivi”.

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