Il tecnico Gaetano Auteri e il Messina sono sempre più vicini e nelle prossime ore sono attese la firma e la conseguente ufficialità. Si riformerà quindi per la quinta volta la coppia con il direttore sportivo Marcello Pitino. I due hanno vinto assieme un campionato già nel 1992-93, con la Leonzio, quando entrambi avevano chiuso la carriera da attaccanti. Pitino era all’esordio da dirigente, Auteri era il vice di Osvaldo Jaconi.
Si sono poi ritrovati assieme nell’Atletico Catania (1994-95) e nella Nocerina, nella Prima Divisione 2012-2013, chiusa al terzo posto a pari merito con il Latina, con i laziali che però superarono i campani nei playoff grazie alla migliore differenza reti. Auteri ha vinto in proprio cinque campionati, con Igea Virtus, Siracusa, Gallipoli e Benevento, oltre alla citata Nocerina. Grande amarezza lasciò la stagione 2009-2010, che vide il Catanzaro mancare il salto in Prima Divisione nella finale playoff persa contro la Cisco Roma, che aveva chiuso la stagione regolare alle spalle dei calabresi, condizionati da un -4.
In quella rosa c’era anche Gianni Di Meglio, che con il Messina collezionò 63 presenze, impreziosite dalla promozione in B del 2001: “Fu un anno difficile a livello societario. Al di là della penalizzazione, da gennaio in poi la proprietà non era più forte come prima. Meritavamo di vincere il campionato: eravamo primi fino a poche giornate dal termine, i playoff sono stati una beffa”.
In quella stagione il difensore lavorò appunto con Pitino e Auteri: “Un allenatore molto preparato, che fa giocare bene le sue squadre. Lavora molto sul campo e fisicamente, spesso senza un preparatore atletico. Queste categorie le conosce molto bene, è un allenatore vincente in C. Ovviamente dipende dalla squadra e dai giocatori”.
Il tecnico ha anche la fama di personaggio vulcanico e focoso e Di Meglio non si nasconde: “Caratterialmente va un po’ gestito a seconda dei risultati. In tal senso sarà importante il lavoro della società. È abbastanza esigente ma è leale con tutti”.
Di Meglio ha vissuto annate importanti in riva allo Stretto: “È stato bellissimo, uno dei ricordi più belli da calciatore. Abbiamo vinto la C1 e disputato campionati di B importanti. C’erano una grande società e i tifosi al “Celeste“. Anni stupendi, il calcio era ancora calcio. Ora è cambiato, c’è una disaffezione generalizzata. A Messina poi il fattore stadio incide molto: il “Franco Scoglio” è troppo dispersivo, anche per un buon pubblico. Io lo seguo, resto un grande tifoso”.
Adesso riparte dalla sua Ischia proprio come un altro grande ex, Buoconore: “Ero a cena proprio con lui e Sasà Marra, per una rimpatriata. Quando è possibile stiamo assieme. Speriamo che a Enrico facciano una bella squadra, con cui togliersi soddisfazioni. Non è mai facile essere profeta in patria. Ci sta mettendo il massimo impegno, mi auguro faccia bene e si diverta. Io ho allenato per molti anni qui a casa e ora lavoro con i giovani nella Fidelitatis Aeternae Ischia”.
Anche la C è cambiata e non a caso anche un club dal grande passato, come la Juve Stabia, squadra con cui Di Meglio ha giocato oltre cento gare, sembra destinata a fare di necessità virtù: “È lo specchio dei tempi, ci sono problemi economici dappertutto. Soltanto con una società forte puoi sognare, altrimenti devi puntare sui giovani e il minutaggio per non perdere la categoria”.
Amara l’ultima esperienza a Grosseto, da vice di Agenore Maurizi: “Avevo iniziato nel settore giovanile, poi sono stato il secondo in prima squadra. C’erano difficoltà anche là. Con tanti ragazzi alla fine abbiamo mancato la salvezza. Se non hai tre o quattro over importanti in C è difficile”.