In un’annata in cui il calcio cittadino ha davvero pochi motivi per sorridere c’è un tecnico messinese che ha potuto celebrare una promozione tutt’altro che alla portata. Gaetano Di Maria è riuscito infatti a traghettare la Vibonese dall’Eccellenza alla serie D, sfruttando l’interminabile trafila dei play-off. Un’impresa riuscita in passato al Città di Messina di Pasquale Rando, dal quale ha peraltro ereditato il testimone quando però il club di Conti Nibali e De Leo aveva ormai drasticamente ridotto gli investimenti.
“Senza peccare di presunzione, posso affermare che quando vengo messo nelle condizioni di lavorare in un certo modo i risultati li ottengo. Con Hinterreggio e Città di Messina, due parentesi meno fortunate, purtroppo non è stato possibile. Con il club peloritano in particolare pagammo il ridimensionamento in corso d’opera. Pensavo di essere in un contesto più solido e serio, ma evidentemente non era più così”.
La Vibonese di Pippo Caffo, titolare del noto marchio dell’Amaro del Capo, puntava a cancellare l’amarezza di una doppia retrocessione che l’aveva portata dalla Seconda Divisione all’Eccellenza: “Qui c’è una grande tradizione ed i programmi erano ben definiti fin dall’inizio. Volevamo tornare in D, ma non era affatto facile. Non avevo mai allenato in Eccellenza, torneo che non conoscevo e che rappresentava una novità anche per la società. Hanno creduto nel mio lavoro”.
La stagione è stata un continuo crescendo: “Nel girone di andata ci siamo adeguati alla categoria. Nel ritorno abbiamo preso le distanze dalle inseguitrici ed avendo un ottimo margine sulla quinta non abbiamo dovuto neppure disputare la semifinale regionale ma direttamente lo spareggio con l’Isola Capo Rizzuto. La Palmese ha conquistato invece la promozione diretta, che peraltro ha meritato. Hanno sfruttato tutte le occasioni utili e sono stati più bravi di noi”.
Da incorniciare la post-season: “Nella fase nazionale abbiamo incrociato e superato realtà differenti, ovvero i campani della Sessana (centro della provincia di Caserta, ndc) ed i lucani del Real Metapontino (club della provincia di Matera). Il sorteggio non ci ha sorriso perché in entrambe le occasioni abbiamo disputato in casa l’andata e la sfida decisiva in trasferta ma la promozione è arrivata comunque”.
La retrocessione del Messina è ovviamente un grande dolore per Di Maria, che firmò un’autentica impresa nell’annata successiva alla decisione della famiglia Franza di rinunciare alla B: “Dispiace tantissimo rivederla in D, una serie che non appartiene alla storia, al blasone di questa città e del club. Se oggi l’ACR esiste ancora è anche per quello che abbiamo fatto noi. Mi auguro possa presto tornare in Lega Pro, sfruttando il ripescaggio o l’eventuale riammissione”.
Di Maria non riesce a nascondere l’amarezza per il salto nel passato compiuto dal club di Lo Monaco: “Siamo tornati indietro di sette anni. Con Ciccio La Rosa in regia, la società dichiarata fallita dal Tribunale e gestita da un curatore, ripartimmo peraltro senza il supporto dei tifosi, che erano chiaramente in rotta con i Franza. Lo scenario oggi potrebbe ripetersi. L’unico aspetto positivo è che almeno oggi la D è la quarta serie nazionale e non più la quinta, ma si tratta comunque di una magra consolazione”.
L’ingaggio di un attaccante molto conosciuto anche a queste latitudini, come Andrea Saraniti, dimostra che la Vibonese punta a fare bene anche dopo il salto di categoria: “Sono stato confermato e riparto, sperando di disputare un buon campionato. Questo è sempre un torneo particolare, nel quale puoi fare risultati importanti soltanto se scegli bene i giovani. Sarà obbligatorio come sempre schierare quattro under: un ‘95, due ’96 ed un ‘97. La squadra era stata costruita bene, adesso cercheremo di migliorarla. È fondamentale partire con il piede giusto ma sono fiducioso perché la società è seria e programma”.
Il Messina spera ancora di evitare il baratro del dilettantismo, che si concretizzerebbe per la terza volta in vent’anni. In quarta serie troverebbe comunque un torneo competitivo: “È troppo presto per indicare le possibili regine. Il Messina, se davvero non riuscirà a riconquistare il professionismo, sarà comunque protagonista. Potrebbe esserci il Catania e quindi ne verrebbe fuori un campionato pazzesco. Vi ricordo che ci sono due neopromosse come il Siracusa ed il Marsala, piazze importanti che riconquistano uno scenario meritato. Vi sarà il Due Torri, reduce da una splendida annata, in cui ha messo in cassaforte la salvezza con grande anticipo. Va riconosciuto il grande lavoro del mio concittadino Antonio Venuto”.
L’unico cruccio di Gaetano Di Maria è rappresentato dalle disattenzioni di Federazione e Lega Nazionale Dilettanti: “Troppo spesso questa categoria viene un po’ falsata dagli incidenti in corso d’opera. Se dopo dieci giornate vi sono già una o due squadre che non si presentano o sono comunque condannate alla retrocessione con larghissimo anticipo è evidente che non è il massimo. Ci vorrebbe maggiore rigidità in fase d’iscrizione e fortunatamente mi sembra che si stia andando in questa direzione. Non a caso è stata imposta una cauzione a fondo perduto di 300.000 € a chi vuole ottenere il ripescaggio dall’Eccellenza alla D”.