Arrivato nel 2012 al PalaFantozzi, Biagio Di Giorgio è stato un perno dell’Orlandina Basket per ben dieci stagioni. Quando si pensa ai grandi protagonisti della storia paladina vengono in mente tanti giocatori e qualche allenatore, ma per quanto ha dato in termini professionali ed umani, anche Di Giorgio farà per sempre parte di una cerchia ristretta. Per Biagio è la fine di un grande percorso.
Da Capo d’Orlando alla Nazionale Italiana, passando per l’avventura con la Georgia di Pachulia, Shengelia e Shermadini. Esperienze incredibili… «Ad oggi ancora non ci credo e non ho metabolizzato la convocazione. Nonostante l’esperienza con la Georgia, a Tel Aviv 2017, la chiamata della “mia” Nazionale è un’altra storia. L’Orlandina, avendo a che fare con campioni che si vedevano solo in tv come Basile, Soragna, Nicevic e Diener mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con realtà di alto livello e poter mettere a disposizione me e la mia professione».
L’avventura con la Georgia è nata grazie a un contatto con Nika Metreveli. L’azzurro invece è legato a un altro grande ex paladino, Gianmarco Pozzecco. «La convocazione nasce da una chiamata del coach, che mi ha presentato la possibilità di sostituire un collega che non poteva esserci per il primo raduno. Dopo notti insonni perché niente era certo, giorni dopo mi arriva la chiamata ufficiale del medico della Nazionale chiedendomi la disponibilità: se l’Italia chiama, si risponde soltanto sì. Iniziata questa nuova avventura, dopo la partita contro la Slovenia di Doncic, scopro di dover partire per un torneo Under 23, il Globljam di Toronto, poiché convocato anche in Nazionale sperimentale. Così, da quel momento continua ancora questo mio nuovo percorso intrapreso».
L’Orlandina ha rappresentato una parentesi fondamentale nel percorso di crescita. «Mi ha dato l’opportunità di poter vivere lo sport ad altissimo livello, un sogno per un diciottenne. Studiare per rimettere in campo atleti d’élite è quella scintilla per continuare a crescere professionalmente e mentalmente, affrontando esperienze sempre diverse, e avere soprattutto l’opportunità di lavorare con allenatori come il Poz, che trasmettono passione e spirito di sacrificio per la dedizione al campo e al risultato. Nel frattempo, sono anche diventato osteopata, cercando di soddisfare prima le mie curiosità in ambito riabilitativo e poi le performance sempre più alte che si richiedono nello sport in generale e a livello di recupero del singolo atleta».
L’Orlandina si radunerà a breve in vista del prossimo campionato di serie B. Di Giorgio è fiducioso. «Conosco l’ambiente e le persone che ne fanno parte e faranno una stagione ai massimi, coinvolgendo quel pubblico che piano piano si sta riavvicinando allo sport dopo questo brutto periodo di pandemia. Purtroppo non sarò li a combattere con loro, ma sarò il primo tifoso di questa squadra. Non dimenticherò mai il primo giorno al PalaFantozzi: magari in futuro le nostre strade si rincontreranno. In bocca al lupo e Forza Orlandina».