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Di Costanzo: “Due gare decise da episodi. Il calcio per me può anche finire oggi”

Inconsolabile. Troppo lo sconforto per un epilogo amarissimo, fino ad arrivare alle lacrime. La delusione è tutta dipinta sul volto del tecnico del Messina, Nello Di Costanzo, che si è espresso così al termine della sfida persa con la Reggina che ha sancito la retrocessione. “Avevamo raggiunto la miglior posizione per i playout, ma poi abbiamo vissuto una doppia sfida particolare per quello che sappiamo. All’andata è stata una gara equilibrata, sbloccata dalla Reggina paradossalmente in contropiede, su una nostra ingenuità. La squadra oggi è scesa in campo con il piglio giusto, mettendoci l’anima in tutti i contrasti. Le occasioni di Benvenga e Orlando ci sono state, non potete dire che non abbiamo tirato verso la porta. La Reggina non ha fatto niente, nel primo tempo i nostri difensori anche in parità numerica avevano neutralizzato le loro ripartenze. Il gol? Su quella punizione eravamo schierati, è stata un’altra ingenuità. Sono state due gare equilibratissime, decise dagli episodi. La Reggina non ha meritato così nettamente, è rimasta chiusa ad attendere”.

Il gol partita di Balistreri (foto Paolo Furrer)

L’esperienza del 2007-08, in B, gli era rimasta nel cuore. Poi il fallimento dell’FC Messina a sancirne una brusca fine. La chiamata ricevuta nello scorso marzo, per rilevare Grassadonia, sembrava essere quella giusta per chiudere il cerchio. Non è stato così. “Allora eravamo riusciti ad ottenere una grande salvezza ed ero convinto che ci saremmo riusciti anche adesso, invece il destino ci ha riservato un brutto scherzo. Si tratta della prima volta che retrocedo in 23 anni di carriera e ci tenevo particolarmente a centrare la salvezza. Questa tifoseria meritava ben altro, li ringrazio per l’affetto”.

Tante le difficoltà di Di Costanzo nell’allestire la formazione da opporre alla Reggina. “Damonte si era fratturato la caviglia, ma era in panchina con un’infiltrazione, pronto a giocare gli ultimi minuti. Bortoli era infortunato, mentre Nigro è stato disponibile grazie alle cure del nostro staff medico che lo ha messo in campo, poi a un certo punto della partita non ce l’ha fatta più. Izzillo? E’ un ‘94, ha lavorato bene, complessivamente è stato sempre pronto a far filtro e ad appoggiare la manovra”.

Su quello che sarà il suo futuro è emblematico oltre che particolarmente toccante nelle sue parole. “Io mi leccherò le ferite. E’ triste dirlo, ma il pallone oggi mi ha fatto uno sgambetto troppo grande. La gente è accorsa anche ieri sera allo stadio ad incoraggiare la squadra e avremmo voluto dedicare loro la salvezza. L’amarezza è invece grandissima. Non penso al mio futuro in questo momento, perché per me il calcio può finire anche qui. Mi diverto ad allenare e se dovessi riprendere mi auguro di trovare un gruppo del genere nell’applicazione, ma con caratteristiche diverse, più offensive. Questa retrocessione non la meritava nessuno: né la società, né i giocatori, né lo staff tecnico, né la tifoseria”.

Alessandro Calleri

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