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Messina

Derby da incubo, ma ora serve un po’ d’equilibrio. Prematuri i bilanci dopo 180′

Dall’esaltazione per il successo con il Siracusa alla frustazione e alla rabbia per il ko nella gara più sentita. Dura accettare gli sfottò provenienti d’oltre Stretto, anche perchè la Reggina si sta trasformando nella “bestia nera” dei giallorossi, che speravano di attenuare l’amarezza per l’ultima retrocessione inflitta dai cugini soltanto sedici mesi fa. E invece è maturato il terzo ko consecutivo negli attesi derby dopo quelli, ben più pesanti da accettare, nei play-out che servivano a evitare il declassamento in D e che hanno riacceso l’amarezza per gli affronti della fase finale della gestione Franza.

Reggina-Messina
Dopo un positivo primo tempo, l’ACR è franato dopo lo svantaggio

Il nuovo Messina si è sciolto di fronte alle prime difficoltà, nella ripresa disputata in un “Granillo” che accoglieva quasi 6.000 spettatori, ma non i sostenitori siciliani, per uno dei divieti ormai di routine, che hanno ridotto sensibilmente il fascino di queste stracittadine. Le dichiarazioni del post-partita hanno calamitato le critiche anche per Sasà Marra, ma è anche vero che l’ACR avrebbe dovuto prima o poi pagare lo scotto delle scelte tardive adottate in estate, e non certo addebitabili all’ex tecnico dell’Aversa Normanna. La società, a una settimana dall’inizio del campionato, ha deciso di sconfessare il lavoro portato avanti in estate dall’ex ds Vittorio Tosto e dall’ex allenatore Valerio Bertotto, vanificando un mese e mezzo di lavoro.

L’impressione è che pesino tanto la rivoluzione tecnica e perfino la messa a norma in extremis del “Franco Scoglio”, dove per il secondo anno consecutivo dei vandali hanno danneggiato il Gos, mandando in fumo investimenti da decine di migliaia di euro finanziati dall’Amministrazione. Sono state così annullate le amichevoli inizialmente pianificate con Gela e Torregrotta e il risultato è che domenica il Messina è tornato in campo di pomeriggio, in un orario nel quale non giocava dall’ormai lontanissimo 23 luglio, quando aveva affrontato in amichevole il Benevento. Le sfide di Coppa con Siena e Spal e l’esordio casalingo con il Siracusa si sono giocate tutte in orari serali. Una leggerezza imperdonabile per un club professionistico.

Reggina-Messina
Milinkovic ha vanificato nel finale una prova discreta per dinamismo

Al di là dell’alibi delle alte temperature, sono emersi i limiti di una rosa stravolta, che per ovvi motivi è ancora lontana dalla migliore condizione fisica e non può certo avere oliato meccanismi e alchimie tattiche che si costruiscono con il tempo. Palumbo, che contro gli aretusei ha disputato la prima gara ufficiale del 2016, ha pagato lo sforzo ed è stato costretto a saltare il derby. L’ultimo arrivato, Angelo Rea, ha subito una lussazione alla spalla alla prima azione dopo il ritorno in giallorosso e sarà adesso costretto a uno stop di un paio di mesi, secondo le prime stime pessimistiche dello staff medico, che comunque soltanto nella giornata di martedì lo sottoporrà a risonanza magnetica. Una tegola che vanifica il colpo di mercato formalizzato in extremis e riduce le alternative di un reparto che nel finale di mercato ha perso anche Burzigotti, dopo avere salutato in estate Martinelli.

Sui social si è scatenata la caccia al colpevole, ma sarebbe davvero prematuro stilare bilanci dopo appena 180′ di gioco, con uno staff tecnico si è insediato da appena due settimane ed è stato costretto ad avallare moduli e scelte che non condivide fino in fondo, se è vero che Marra predilige il 3-5-2 rispetto al 4-3-3 sul quale aveva lavorato a lungo Bertotto. Nel reparto nevralgico la piacevole rivelazione è il crotonese Foresta, che se non altro non dovrebbe far rimpiangere l’addio di Fornito, mentre Zanini, domenica in gol con l’Akragas, non trovò in riva allo Stretto continuità di impiego. Capua e Musacci raccolgono invece le pesanti eredità di Baccolo, Giorgione e Baldassin, con gli ultimi due sacrificati nella fase finale del mercato. Quanti rimpianti per l’onerosa operazione di mercato conclusa con il Chievo e poi sconfessata in extremis, con il centrocampista trevigiano subito in gol all’esordio con la Lupa Roma.

Andrea De Vito
Andrea De Vito in azione. Il difensore ha contestato alcune chiamate arbitrali

In avanti infine un mare di critiche ha investito un Madonia ancora fuori forma, peraltro oggetto del contendere anche sul mercato tra società e precedente staff tecnico. Pozzebon, al di là delle incaute e ottimistiche dichiarazioni della vigilia, ha le qualità per sostenere l’attacco peloritano mentre Milinkovic, in possesso di doti tecniche non comuni in queste categorie, dovrà mostrare la maturità emersa soltanto a tratti nelle precedenti esperienze con Lanciano, Salernitana e Ternana. Dopo il terribile 0-2 incassato a Reggio Calabria, anche i più accaniti sostenitori giallorossi si sono fatti prendere dallo sconforto ma la testata rifilata a Botta procureranno soltanto almeno un paio di giornate di squalifica e probabilmente una multa da parte del club.

Occorre un po’ d’equilibrio, anche perché questa rosa – che pure dovrebbe essere puntellata con qualche svincolato – fino all’apertura del mercato invernale non potrà certo essere stravolta e nelle prossime settimane sarà messa duramente alla prova da un calendario durissimo. La Virtus Francavilla sarà pure una matricola ma ha già vinto e bene all’esordio. Da brividi i test con Juve Stabia e Foggia, tra le candidate al salto di categoria. Catanzaro e Paganese saranno probabilmente dirette concorrenti nelle corsa play-off mentre il Catania di Lo Monaco è tra le annunciate big.

Granillo
Curva gremita al “Granillo” per l’attesa sfida con il Messina

Alle critiche legittime dovrà seguire quindi anche un po’ di coesione, per non mandare in frantumi il cauto ottimismo delle ultime settimane. Alla ripresa degli allenamenti, la tifoseria potrebbe mostrare il suo malcontento anche dalle parti del “Franco Scoglio”. Subito dopo bisognerà leccarsi le ferite e cercare di trarre il massimo da una rosa troppo nutrita ma probabilmente non sufficientemente completa. Marra e Buonocore, che questa volta non potranno tornare a indossare gli scarpini chiodati, sono chiamati all’impresa più difficile: fare reagire sul campo una squadra che è già finita, troppo presto, in discussione.

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