Il 103esimo Giro d’Italia si congeda dalla Sicilia dopo quattro frazioni ad altissima intensità, che hanno provocato rovesci e clamorosi ribaltoni, confermato certi valori e rispolverato ambizioni sopite, come quella del vecchio “squalo dello Stretto” Vincenzo Nibali.
L’ultimo scampolo di rosa in Sicilia si consuma proprio a Villafranca Tirrena, a un tiro di schioppo da Messina, dove va in scena uno sprint che soltanto il fotofinish riesce a dirimere. Alla fine l’infallibile occhio elettronico incorona il campione di Francia, Arnaud Demare, che infligge la seconda sconfitta di questa corsa rosa a Peter Sagan, già secondo domenica sul traguardo di Agrigento alle spalle di un incontenibile Diego Ulissi.
La maglia rosa resta incollata sul portoghese Joao Almeida che incrementa il proprio vantaggio di 2″, dopo essersi aggiudicato l’ultimo traguardo volante di giornata, che metteva in palio quei 2″ così preziosi e pesanti: il cronoman lusitano ha preceduto, in uno sprint a tutta, Davide Ballerini e poi all’arrivo ha risprintato, questa volta con Demare e Sagan, piazzandosi al terzo posto.
Adesso nella generale proprio quei 2″ del traguardo volante odierno separano Almeida dall’ecuadoriano Jonathan Caicedo, vittorioso sull’Etna, che alla partenza era separato dalla maglia rosa solo da una manciata di decimi di secondo. Tappa mossa e nervosa, quella partita da Catania, con fuga incorporata – lo svizzero Simon Pellaud a lungo ha sperato nel colpaccio – preceduta da una notizia a dir poco clamorosa, ma non certo inattesa: Geraint Thomas ha alzato bandiera bianca e si è ritirato dal Giro d’Italia.
Il gallese era caduto a Enna, prima del chilometro zero, a causa di una borraccia, era riuscito a trascinarsi addirittura fino all’arrivo, scalando il vulcano dal versante di Linguaglossa, ma alla fine è dovuto andare in ospedale, dove gli è stata diagnosticata la frattura del bacino. La certificazione di una stagione cominciata male e finita peggio. Per il colosso inglese Ineos un altro fallimento, dopo quello del Tour de France con Bernal. Resta tutto nelle gambe di Froome, all’imminente Vuelta di Spagna.
Dopo Miguel Angel Lopez, il Giro pandemico perde anche Thomas, mentre Yates da ieri viaggia su distacchi abissali, che per il momento – e forse non solo – lo eliminano dalla lotta per il primato. La lotta per la maglia rosa di Milano resta una questione riservata, salvo altri, clamorosi rovesci, a Nibali, Kruijswijk, Majka, Fuglsang e allo statunitense McNulty, che in classifica è a 1’13” dal vertice.
Ma, attenzione a Jonathan Caicedo, che però pagherà dazio nelle crono, e a Joao Almeida che, nelle sfide contro il tempo, al contrario, si è dimostrato un asso. Il Giro si prepara a varcare lo Stretto e a risalire la Penisola: mercoledì tappa calabrese, da Mileto (Vibo Valentia) a Camigliatello Silano (Cosenza), con il Valico di Montescuro nel finale, a quota 1.618 metri, che può far male nelle gambe di qualcuno. La frazione calabrese, da sud a nord, sarà tutt’altro che una passeggiata.
La classifica generale. 1. Joao Almeida (Por) in 11h06’36” 2. Jonathan Caicedo (Ecu) a 00’02” 3. Pello Bilbao (Spa) a 00’39” 4. Wilco Kelderman a 00’44” 5. Harm Vanhoucke (Bel) a 00’55” 6. Vincenzo Nibali (Ita) a 00’57” 7. Domenico Pozzovivo (Ita) a 01’01” 8. Brandon McNulty (Usa) a 01’13” 9. Jakob Fuglsang (Dan) a 01’15” 10. Steven Kruijswijk (Ola) a 01’17” 11. Rafal Majka (Pol) a 01’28” 12. Patrick Konrad (Aut) s.t. 13. Jai Hindley (Aus) a 01’29” 14. Fausto Masnada (Ita) a 01’34” 15. Ilnur Zakarin (Rus) a 01’40”.