La Procura di Messina, secondo quanto appreso dall’agenzia Ansa, iscriverà nel registro degli indagati il sindaco della città dello Stretto Cateno De Luca, per il reato di vilipendio previsto dall’articolo 290 del codice penale. Si tratta di un atto dovuto considerata la denuncia che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha trasmesso all’ufficio inquirente.
Il reato punisce, con una multa da 1000 a 5000 euro, chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte costituzionale o l’ordine giudiziario. Per questo genere di reati, perché si possa poi esercitare l’azione penale attraverso la richiesta di rinvio a giudizio o di emissione di decreto penale di condanna, è necessaria l’autorizzazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Il diretto interessato, come ormai tradizione in un video su Facebook, social sul quale ha praticamente raddoppiato il suo seguito nell’arco di pochi giorni, ha risposto al ministro per le rime, rincarando la dose, senza vacillare: “Io la denuncia me la prendo perché mi darà modo di difendermi nelle sedi opportune. Lei faccia il suo mestiere, che io faccio il mio. Le prove ci sono, perché il 23 marzo sullo Stretto le forze dell’ordine hanno denunciato dieci persone su tre auto non in regola, dopo che erano stati effettuati i controlli a Villa San Giovanni prima dell’imbarco. Se è un avvertimento per il sottoscritto ne prendo atto, ma vado avanti. Non mi fermo, perché non è pensabile che chi sta sopra le nostre teste possa continuare a dileggiare i Comuni, i sindaci e la popolazione. Nel comunicato stampa che lei ha emanato il 23 marzo sera, dicendo che nello Stretto di Messina era tutto a posto, ha dichiarato il falso, e mi assumo la responsabilità anche di questo”.
Anche se a pesare sembra essere stato il video in cui ha platealmente mandato a quel paese una delle principali cariche dello Stato. E non a caso è altrettanto duro l’intervento del senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato Renato Schifani: “La grave offesa rivolta al Ministro dell’Interno dal sindaco di Messina, evidentemente preso dalla tensione e dalle oggettive difficoltà territoriali di questi momenti, ha portato a una querela, a tutela della istituzione ministeriale, che è un atto dovuto”.
L’esponente dell’opposizione ha citato l’inusuale clima di collaborazione, doveroso in un momento in cui si contano oltre 8mila morti: “Mi auguro che in questo frangente chiunque ricopra cariche istituzionali non si lasci andare a offese ad altre istituzioni o non condivida pubblicamente tali gesti, perché mai come adesso la collaborazione, il dialogo e il rispetto tra istituzioni sono indispensabili. Oggi il Senato ha dato prova di grande rigore e senso di responsabilità, dando vita ad un dibattito di altissimo livello dove governo, maggioranza e opposizione hanno condiviso la linea del confronto e della responsabilità, perché mai come ora gli italiani hanno bisogno di questo”. Ma De Luca sembra tirare dritto per la sua strada, in un continuo rilancio della posta.