Un nuovo pari beffa nel finale e per il Città di Messina è sempre più notte fonda. L’1-1 firmato da Perricone al 94’ su calcio di rigore sembra un film già visto, ma l’epilogo della gara con il Licata è stato ancora più amaro di altre precedenti occasioni, complici le quattro espulsioni comminate ai giocatori di casa. Cappello, Camarda, Seck e Cammaroto tutti finiti anzitempo negli spogliatoi, cacciati dall’arbitro Agostini di Bologna, duramente contestato dal club peloritano. “Purtroppo riscontriamo dall’inizio di stagione l’esistenza di una classe arbitrale incompetente. Tutto ciò mi delude e mi amareggia. Sinceramente questo fa anche venir meno la voglia di impegnarsi per portare avanti una società” ha detto il vicepresidente Giovanni Piero De Leo, unico a presentarsi in sala stampa dopo il concitato finale con gli agrigentini.
“Sono stati tanti gli episodi che hanno contribuito a falsare la partita – ha aggiunto – però chiedo scusa per qualche screzio a fine gara. Nelle ultime cinque o sei gare abbiamo vissuto situazioni particolari e contro il Licata l’assistente ha sbandierato inspiegabilmente sul gol di Manfrè. I giocatori, però, devono pensare esclusivamente a giocare, non lasciandosi trascinare eccessivamente dal nervosismo”.
De Leo è tornato ad assistere ad un confronto del Città di Messina al “Celeste” dopo qualche settimana di assenza. Sul rendimento continua a pesare soprattutto il rendimento deficitario dell’attacco: “È un campionato difficile, nel quale proveremo a salvarci magari attraverso i play-out. La squadra è molto giovane, i ragazzi non hanno fin qui mostrato la mentalità giusta, non riuscendo ad applicare gli schemi provati con il mister. L’attenuante della giovane età non può però costituire l’unica spiegazione. Dovranno sacrificarsi fino in fondo in questo finale di stagione”.