Il deputato messinese Franco De Domenico, segretario della Commissione Sanità dell’Ars, è intervenuto in merito all’emergenza Coronavirus. Proponiamo di seguito i passaggi salienti della sua nota stampa:
“In una situazione così grave, inimmaginabile, ma soprattutto sconosciuta, ritengo normale cambiare strategia, se necessario. Non ci si deve ostinare a difendere ciò che non funziona. Vorrei limitare il mio ragionamento a tre punti gravi e urgenti che riguardano il nostro territorio: 1) i tamponi che si effettuano sono troppi pochi; 2) i DPI, dispositivi di protezione individuale, ed in particolare le mascherine non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno; 3) ci sono troppe persone che si continuano a spostare senza motivo.
Apprendo con soddisfazione che il presidente Musumeci ha autorizzato l’estensione del tampone a tutti gli operatori sanitari, dando priorità a chi è in “prima linea”, senza, tuttavia, consentirne un utilizzo più esteso ad altri soggetti. Comprendo il rispetto delle linee guida, il costo e lo sforzo necessario per eseguire le analisi, ma il numero dei tamponi deve essere aumentato.
Estenderlo ai medici è stato importante (abbiamo rischiato tanto), ma non basta: bisogna fare di più. Dobbiamo consentire ai lavoratori esposti al rischio contagio e a chi ha almeno un sintomo della malattia di fare il test. Lo dico sulla base delle esperienze pregresse (vedi Lombardia e Veneto), che abbiamo il “vantaggio”, ancora per poco, di poter sfruttare.
Lo chiedono gli esperti, anche il prof. Ricciardi, già direttore dell’ISS, lo dicono gli operatori sanitari e gli altri lavoratori che hanno il diritto di non essere considerati carne da macello e di poter operare con maggiore serenità. Lo chiedono i pazienti e le loro famiglie. Lo impone il buon senso e perché questa “battaglia” durerà molto e dobbiamo stare attenti anche alla salute mentale di tutti ma soprattutto di chi si sacrifica ogni giorno. Prendiamoci tutti la responsabilità, deroghiamo, abbandoniamo gli attuali criteri, estendiamo a tutti lavoratori e a chi ha almeno un sintomo facciamo la possibilità di eseguire il tampone e al personale sanitario, almeno con cadenza settimanale.
Quanto al secondo punto: i dispositivi scarseggiano e la nostra regione è penalizzata nei rifornimenti dal numero dei contagi, ancora relativamente basso, ma con una curva di crescita significativa. Occorre, pertanto, trovare soluzioni alternative, e occorre trovare soluzioni organizzative diverse. Penso ad una linea organizzativa esclusivamente dedicata alla acquisizione e alla distribuzione dei DPI, con una articolazione su base provinciale, che abbia la capacità di valutare le priorità e conseguentemente la distribuzione degli stessi, con una visione a 360 gradi nei confronti di tutti i lavoratori che ogni giorno è chiamato a “tirare la carretta”, non solo nell’ambito sanitario ma in ogni altro settore strategico della vita del paese.