Il Fc Messina continua ad allenarsi tra le mura domestiche, come imposto dalle restrizioni volte a contenere il coronavirus, che in Italia ha già originato quasi 5500 morti. L’attaccante Lucas Dambros non nasconde un po’ di disagio: “Sto bene, anche se si avverte un po’ di stanchezza, dal momento che rimaniamo sempre in casa e così non è semplice allenarsi. Seguiamo il programma del preparatore atletico, concedendoci un po’ di corsa sotto casa, a Milazzo”.
Il virus è sbarcato anche in Sudamerica, con oltre 1200 casi e 18 morti fin qui in Brasile, e quindi non mancano i pensieri: “La situazione è molto delicata. L’emergenza è arrivata anche lì, dove abbiamo tanti parenti. Abbiamo una famiglia molto numerosa e questo ci preoccupa un po’. Almeno avendola già vissuta gli stiamo dicendo cosa fare, di non uscire, di lavarsi spesso le mani ed evitare i contatti sociali”.
La famiglia di Dambros invece è in Liguria, una regione molto colpita, con circa 1500 positivi e 171 decessi. “I miei genitori sono a Genova con mio fratello, che ha 17 anni e gioca nella Virtus Entella e spera di entrare a far parte l’anno prossimo della formazione “Primavera”. Per loro la quarantena è scattata una settimana prima rispetto alla Sicilia”.
Di Chiavari peraltro gli aveva già parlato Pedro Costa Ferreira, ex Acr Messina, l’anno scorso compagno di squadra di Dambros: “Con lui abbiamo vinto il campionato a Trapani. Un grandissimo ragazzo, siamo molto amici. Poi lui è portoghese ed io brasiliano, quindi è anche più facile legare subito”.
I contatti con lo spogliatoio avvengono via social: “Sento spesso il mister e con i compagni siamo sempre su WhatsApp. Ridiamo e scherziamo anche per fare passare il tempo. Tutti vorrebbero tornare il prima possibile a giocare, anche perché siamo una famiglia e ci manca lo stare assieme, di persona. Ma non è semplice, dobbiamo aspettare che la situazione si sistemi. La salute viene prima di tutto”.
Tornando al campo, il bilancio stagionale è positivo: “Sono abbastanza soddisfatto, di tutti, non soltanto personalmente. Abbiamo affrontato delle difficoltà all’inizio, poi una volta acquisita consapevolezza della nostra forza è cambiato tanto per noi. Una squadra totalmente nuova ha sofferto inevitabilmente e non era possibile fare di più. Se diamo il massimo per novanta minuti, nessun obiettivo ci è precluso. E non è una frase fatta”.
In riva allo Stretto Dambros ha trovato qualche volto noto: “Conoscevo Melillo, che avevo affrontato l’anno scorso. Coria lo avevo visto giocare in Argentina. Ovviamente per conoscersi e capirsi in campo ci voleva tempo. Con il Savoia abbiamo avuto la dimostrazione di quanto siamo cresciuti”.
In quella gara l’attaccante brasiliano ha firmato un successo insperato: “Eravamo in nove contro undici e il mister ci aveva chiesto di sfruttare eventuali opportunità in velocità per fare male. Ci siamo riusciti. Gnicewicz è stato bravo ad anticipare l’avversario e ripartire e infatti a fine gare gli ho fatto subito i complimenti. Eravamo ben posizionati: io ho dovuto soltanto prendermi il rigore e trasformarlo”.
Unico aspetto positivo della sosta è la possibilità di rifiatare e recuperare gli infortunati, anche se una ripresa del campionato sembra molto lontana: “Giuffrida e Carbonaro erano squalificati, Domenico Marchetti non era certo al top. Elementi importanti che speriamo di recuperare se si giocherà presto. Anche se pur di tornare in campo, giocherei anche senza di loro…”.
Dambros accetta con serenità il responso del campo, anche se si rammarica per le tante reti sfiorate: “La classifica dice che il Palermo con quei numeri è la più forte. Ma anche noi siamo una bella squadra, con grande qualità. Considero il mio gol più importante quello con il Savoia perché prima di quella partita avevo mancato la rete per poco per tre o quattro volte, tra parate miracolose e pali. L’ultimo legno è arrivato ad Acireale, ma quello è un punto pesante”.
Tra le novità più liete l’arrivo dei tifosi sugli spalti mentre il futuro non è un argomento fin qui approfondito: “I tifosi è bellissimo averli allo stadio. Non sono ancora i numeri che Messina ha avuto in passato ma ci fa tanto piacere perché ci danno una grossa mano. Di qualcosa abbiamo parlato ma è ancora presto per tutti. Di certo vorrei rimanere. Il presidente ci vuole bene e ci sta sempre accanto. E in questo periodo con il virus si preoccupa tantissimo”.