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Dall’11 al 14 novembre si svolgerà l’Horcynus Festival Invernale

Dal prossimo 11 novembre sino al 14 Reggio Calabria e Messina ospiteranno l’Horcynus Festival Invernale, il focus sul cinema arabo con al centro il tema “Mediterraneo in Costituzione”. L’edizione invernale culminerà il 6 dicembre con il Premio Horcynus Orca ai movimenti civici tunisini e con il concerto dei Fratelli Mancuson con l’Orchestra del Cilea.

Gaetano Giunta
Gaetano Giunta

Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus Orca, ha così introdotto questa edizione invernale:  “Siamo giunti al secondo anno dell’edizione invernale dell’Horcynus Festival, un appuntamento pensato e costruito affinché i programmi di ricerca avviati nel corso dell’anno abbiano un importante impatto educativo sui nostri territori. Non a caso questa edizione è stata progettata insieme all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e ad alcune scuole superiori dell’area dello Stretto di Messina. Saranno centinaia i ragazzi e i giovani che avranno la possibilità di incontrare intellettuali, protagonisti, testimoni di quelle aree del Mediterraneo così fortemente tormentate, dove in modo frammentato si sta consumando una sorta di terza guerra mondiale, ma che d’altra parte costituiscono anche un laboratorio straordinario, e spesso senza voce in Occidente, di costruzione di speranze di liberazione e di futuro. Non è un caso quindi che il Paese ospite sia la Tunisia e che il Premo Horcynus Orca 2014 venga assegnato ai movimenti civili tunisini protagonisti nel 2011 della rivolta e poi della costruzione della prima Costituzione democratica dell’area”. Quella tunisina è la prima Costituzione democratica laica nata dalle macerie della Primavera Araba. Un punto d’approdo che l’Horcynus Festival invernale vuole ricostruire, a partire dallo sguardo offerto dalla cinematografia araba e mediterranea su tutta la regione mediorientale, con la sezione “Mare di Cinema Arabo”, diretta da Erfan Rashid. Si comincia martedì 11 e mercoledì 12 novembre con una due giorni di cinema arabo nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Erfan Rashid
Erfan Rashid

Martedì si parlerà di Iraq e Kurdistan, attraverso i cortometraggi: “The lost voice” di Bavi Yassin (Belgio, 2013), “Silhouet” di Kamiran Betasi (Kurdistan, 2013), “Cotton” di Louay Fadhel (UAE/Iraq, 2013), “The Deep” di Haider Rashid (Italia/Iraq, 2013). Mercoledì l’obiettivo sarà puntato sul Libano con “Void” di Tarek Korkomaz, Zeina Makki, Jad Beyrouthy, Christelle Ighniades, Salim Haber, Maria Abdel Karim e Naji Bechara (Libano, 2013), film che descrive gli eventi che si svolgono alla vigilia del sit-in in piazza del Parlamento di Beirut per presentare la petizione delle donne volta ad accendere i riflettori sui casi dei loro uomini scomparsi. A seguire “Troubled Waters” di Toufic Kreich (Libano, 2013) e il dialogo con il regista. Giovedì 13 novembre il Festival si sposterà al Teatro Politeama di Reggio Calabria per incontrare gli studenti dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, a cui verrà presentato un focus su Iraq e Italia affidato a “Sta per piovere” di Haider Rashid (Italia/Iraq, 2013), un film dedicato alle seconde generazioni di migranti, intrappolati nei meandri dall’assurda e anacronistica legislazione italiana. Per approfondire ulteriormente i temi del film, dopo la proiezione il pubblico potrà dialogare con l’attore Mohammed Hanifi. Il 14 toccherà al Cinema Apollo di Messina con l’incontro insieme ai ragazzi delle scuole superiori della città, ai quali verrà proposto, nell’ambito della giornata dedicata alla Tunisia, “Ya Man Aach” (Campa cavallo) di Hinde Boujemaa (Tunisia, 2013), un film ambientato a Tunisi nel 2011 sul quale il pubblico si confronterà con la regista tunisina. A seguire verrà proiettato il docufilm “Wooden Hand” (Mano di legno) di Kaouther ben Haniya (Tunisia/Francia, 2013). Erfan Rashid, direttore artistico della sezione Mare di Cinema Arabo dell’Horcynus Fest, ha voluto sottolineare: “Nel nostro piccolo, tra Messina e Reggio Calabria, stiamo facendo un grande lavoro, un capitolo di un discorso iniziato quando non si sentiva parlare di rivoluzione. Fin da allora l’Horcynus Fest segnalava le forze in movimento, quelle dei giovani che nel 2011 sono sfociate nello tsunami che ha travolto le dittature. Una rivoluzione che ancora non si è fermata e continuerà a produrre effetti non sempre positivi. Ma un cambiamento c’è stato e lo spauracchio della dittatura nelle menti dei cittadini è caduto, anche se purtroppo scorrerà ancora molto sangue, perché, citando il Premio Nobel egiziano, le rivoluzioni le fanno i folli ma se ne appropriano gli altri, come è accaduto in Egitto. Il ruolo di Mare di Cinema Arabo in questo quadro è quello di raccontare attraverso la cinematografia cosa sta accadendo. E mi sento di dire che anno dopo anno, mese dopo mese, stiamo costruendo un muro contro l’ignoranza di queste realtà troppo spesso sconosciute in Occidente. Un muro su cui si può disegnare una speranza verso un futuro migliore”.

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