Sulla trattativa tra il Messina e un fondo d’investimenti franco-americano, con sede legale in Lussemburgo, era calato il silenzio. Un mese e mezzo fa il presidente Pietro Sciotto ha concesso una proroga ai potenziali acquirenti, che adesso – ha chiarito a Pianeta Messina – sta per scadere.
Nulla è ufficialmente trapelato neppure su una seconda offerta arrivata a metà luglio da una società della new economy statunitense, quotata al Nasdaq, a cui la proprietà non ha comunque mai risposto, proprio in virtù della precedente stipula di un preliminare con il fondo, il 23 giugno scorso.
Nonostante il silenzio del club e i famigerati “patti di riservatezza” che hanno azzerato le indiscrezioni sui potenziali compratori, la nostra Redazione dovrebbe essere riuscita a risalire ad uno dei soggetti che si è intessato al Messina nel corso dell’estate. Due differenti fonti, una estera, confermano infatti che a bussare alla porta del club è stato il “Bebuzee Group”, la cui denominazione nasce da un gioco di parole con l’ape (“bee” in inglese) presente nel suo logo.
Intermediari riferirono ad altre testate calabresi e siciliane, ancora prima che a MessinaSportiva, che si trattava di una società interessata a veicolare un nuovo prodotto attraverso una sponsorizzazione di maglia, dopo avere rilevato il pacchetto azionario da Sciotto. E il “Bebuzee Inc” è effettivamente titolare di “una piattaforma di condivisione video e un servizio di streaming, che consente ai suoi membri di guardare una varietà di contenuti, come film, serie, documentari e talk show su qualsiasi dispositivo connesso a Internet”, che ha appena annunciato il lancio di una nuova app multimediale.
Sul portale ufficiale vengono citate cinque sedi, tra Londra, Dublino, Malta, Miami e le Isole Cayman. Il Ceo è l’imprenditore nigeriano Joseph Onyero. Il nome dei potenziali acquirenti del Messina è sempre rimasto nell’ombra e venne riferito che l’obiettivo era evitare speculazioni di Borsa. Eppure svariati addetti ai lavori contattati dalla nostra Redazione non ritengono che eventuali indiscrezioni stampa avrebbero risvolti negativi ma anzi un ritorno indiretto positivo per il titolo. Motivo per il quale ci è sembrato lecito intaccare un lungo muro di silenzio.
Indipendentemente dal “Bebuzee Group”, con cui – è doveroso ribadirlo – una trattativa non è mai stata avviata, proprio perché Sciotto si sentiva già vincolato dal preliminare con un fondo franco-americano, sull’attuale incertezza che condiziona il destino del club abbiamo riascoltato a distanza di due mesi Giovanni Dragoni.
Anche la storica firma, da quasi quarant’anni, del “Sole 24 Ore”, il principale quotidiano economico italiano, evidenzia la necessità di risposte chiare: “Teoricamente anche un fondo può essere quotato in Borsa, proprio come una società privata. Sull’assetto societario e sui bilanci sarebbe auspicabile la massima trasparenza. Troppo spesso c’è opacità”.
Ribadendo che queste operazioni hanno una portata limitata nel tempo, come si vede anche in club di categorie superiori: “Spesso queste entità sono composte da investitori che mettono sul tavolo capitali propri. Dopo un certo periodo di tempo, solitamente compreso fra tre e cinque anni, il fondo disinveste per distribuire gli eventuali profitti ottenuti nel corso della sua gestione e mi riferisco anche ad investimenti di altro tipo, non solo in una società sportiva”.
Si attendono insomma ulteriori sviluppi, anche perché vedere la Curva Sud semi-vuota è un colpo al cuore prima che alle casse del club e soltanto la chiarezza sull’esito, positivo o negativo, della lunga trattativa con i potenziali compratori potrà riavvicinare il pubblico alla sua squadra, che peraltro sul campo ha fin qui risposto presente.
