Dal 18 maggio potranno riprendere le attività delle strutture socio-sanitarie dedicate a persone diversamente abili o fragili. La misura, che rientra fra le azioni in ambito sanitario previste nella Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, è contenuta in una circolare dell’assessorato regionale alla Salute. Si tratta delle strutture semiresidenziali, dei Centri diurni per pazienti psichiatrici o affetti da alzheimer o autismo, ma anche dei Centri diurni socio-educativi per minori e per anziani, chiusi nel marzo scorso per contenere il contagio.
Il documento contiene le linee di indirizzo per consentire la ripresa delle attività assicurando la massima sicurezza a ospiti e operatori. Proprio il personale dovrà essere adeguatamente formato sulla corretta adozione delle precauzioni standard e sull’utilizzo dei Dpi. Prima della riapertura – che dovrà comunque avvenire dopo un’interlocuzione con le Asp – saranno necessarie opportune azioni per la preparazione, l’allestimento e la sanificazione dei locali nei quali verranno erogate le attività.
Ogni struttura dovrà così individuare un referente per il biocontenimento che avrà il compito di curare i protocolli di sicurezza, divenendo anche un riferimento non solo per gli operatori, ma anche per i familiari dei pazienti e per tutti i soggetti esterni. Si dovrà tenere conto del distanziamento sociale: quindi sarà necessario, a seconda degli spazi dei vari Centri, prevedere una flessibilità con l’eventuale ampliamento delle fasce orarie di operatività.
La ripresa delle attività dei Centri semiresidenziali e dei Centri diurni “coinvolgerà prioritariamente gli utenti già in carico alla data di sospensione delle attività e sarà data precedenza alle persone con disabilità il cui prolungato permanere al domicilio in concomitanza all’elevata complessità assistenziale può maggiormente causare problemi di tipo sanitario o sociale alla persona o alla famiglia”.
Previsto l’ausilio di strumenti digitali, già avviato con profitto negli ultimi mesi: “Per tutti i pazienti – si legge nel documento – è opportuno valutare la possibilità di un programma alternativo prevedendo, ove possibile, attività complementari, anche utilizzando strumenti telematici, a completamento dell’orario di frequentazione abituale. Allo stesso modo le attività di gruppo devono essere riorganizzate attraverso l’utilizzo di piattaforme di videochiamata“.
In merito al trasporto dei pazienti, oltre a tenere conto del distanziamento interpersonale, sarà necessario prevedere la sanificazione quotidiana. Inoltre l’autista-operatore sarà dotato di termoscanner e, prima di far salire a bordo l’utente, dovrà misurare la temperatura corporea: se dovesse risultare superiore ai 37,5 gradi non sarà consentito l’accesso sul mezzo. Misure speciali anche per l’accesso degli accompagnatori degli utenti che “è fortemente raccomandato non far accedere al Centro se non strettamente necessario”. Ad ogni utente, entro la prima settimana di trattamento, dovrà essere effettuato da parte della struttura, un test sierologico.