Gli avvocati dell’ACR, che sarà assistito nella seconda tappa del processo sul calcioscommesse dal messinese Giovanni Villari e dal bolognese Mattia Grassani, hanno potuto visionare in anteprima le carte relative al reclamo presentato dal Procuratore Federale. Ed emerge subito una novità rispetto a quanto avvenuto nel primo grado. Stefano Palazzi ha visto pienamente accolte le ipotesi dell’accusa nel caso di Catania e Teramo, con i giudici che hanno modificato lievemente le pene anche per ridurre la distanza tra la durissima sanzione inflitta agli abruzzesi e quella più tenue per il club di Pulvirenti, premiato per avere collaborato con gli inquirenti a differenza di chi ha negato completamente ogni responsabilità.
È andata diversamente nel caso dei club coinvolti nel filone “Dirty Soccer” a Catanzaro. Ed è proprio su quel fronte che la Procura della Figc ha modificato leggermente le proprie richieste, in merito alla posizione del Barletta. Palazzi infatti non chiederà più il riconoscimento di una responsabilità diretta (che, se accertata, porta alla retrocessione all’ultimo posto in graduatoria) ma una doppia responsabilità oggettiva. Rivalutando le carte in suo possesso, il Procuratore ha evidentemente verificato che le prove relative alla responsabilità del presidente del club pugliese non fossero così rilevanti e di fatto ha aperto ad una sanzione più tenue per un club punito in prima battuta dal Tribunale Federale Nazionale con due punti di penalizzazione, che peraltro il nuovo Barletta, ai nastri di partenza dell’Eccellenza con un differente sodalizio societario, non dovrà neppure scontare.
Il Messina a questo punto per riottenere la Lega Pro deve puntare tutto sulle posizioni della Vigor Lamezia (sanzionata con cinque punti di penalizzazione in primo grado) o eventualmente della Paganese (addirittura prosciolta). In tal senso va evidenziato che Palazzi resta convinto della gravità delle accuse mosse ai calabresi, per i quali chiederà nuovamente l’esclusione dal torneo in virtù di una doppia responsabilità diretta, già paventata nel primo processo di metà agosto.
Dopo avere presentato le contro-deduzioni relative al filone “Dirty Soccer” intanto l’avvocato Giovanni Villari ha curato in prima persona anche la presentazione di un ricorso di fronte al Collegio di Garanzia del Coni, per impugnare la delibera della Figc nella quale a fronte di sette posti liberi in ragione del format a 60 squadre i termini sono stati riaperti soltanto per una posizione. Riammettendo le sei società di Lega Nazionale Dilettanti che avevano già fatto richiesta (Taranto, Seregno, Monopoli, Sambenedettese, Viterbese e Fondi) resterebbe un posto libero, che l’ACR punta ad occupare.
L’organo presieduto dall’ex ministro Franco Frattini ha già fissato l’udienza per il prossimo 3 settembre ma non è escluso che il Consiglio Federale in programma il 31 agosto a Milano, nello stesso giorno in cui sono attese le sentenze di secondo grado, possa clamorosamente anticipare tutti, ripristinando il format originario. Verrebbe così sconfessata clamorosamente la linea dettata dal presidente Tavecchio. Non saranno contenti neppure Albinoleffe e Pordenone, che il ripescaggio lo hanno ottenuto versando i famosi 500.000 € a fondo perduto. In caso di allargamento ad altri sette club che saranno esentati da questo versamento ne chiederanno la restituzione?