La trasferta di Cerignola dimostra subito che il rinnovato Messina non può mai allentare la tensione. Gli esordi di Krapikas, Marino e Petrungaro hanno ridotto da sette a cinque gli under nell’undici di partenza ma sono comunque emerse le qualità dei pugliesi, una delle big del torneo, allenata dal bravissimo Peppe Raffaele, partito da Piraino e ormai consolidatosi come tecnico di categoria, dopo la gavetta nelle serie minori.
Cerignola è un centro di 57mila abitanti della provincia di Foggia, un terzo del capoluogo, a cui però lancia un guanto di sfida, come hanno cantato i suoi sostenitori nel corso del match. Lo dimostra un progetto ad ampio respiro, con ben quattordici elementi vincolati da contratti pluriennali (sono appena tre nella rosa dell’Acr). Ad impreziosire il mercato gli acquisti dell’ex Salvemini e soprattutto di Cuppone, attaccante che nelle ultime stagioni ha firmato 14 gol a Caserta, 8 a Potenza, 22 nel biennio di Pescara e ora è già a tre in due gare a Cerignola.
L’incomprensione tra Rizzo e Krapikas, con il primo ingenuo sulla pressione dell’astuto avversario e il secondo audace nell’abbandonare la propria porta, ha cambiato la gara del Messina, che fino a quel momento aveva retto bene in un confronto in cui neppure l’avversario ha brillato particolarmente. La prova dei peloritani è stata comunque meno appariscente rispetto alle recite con Crotone e Potenza. Si è giocato soltanto cinque giorni dopo l’esordio del “Franco Scoglio” e questo non ha aiutato.
Già l’anno scorso gli impegni ravvicinati smascherarono un organico non sufficientemente profondo e l’auspicio di una piazza sfiduciata da troppi anni sofferti è che il girone di andata non si trasformi in una nuova ripida salita, anche perché le rincorse a posteriori non sono sempre scontate. Per compensare la gioventù forse eccessiva del reparto avanzato il direttore sportivo Giuseppe Pavone valuta un ultimo innesto di mercato, che a questo punto potrebbe arrivare soltanto dagli svincolati.
L’impressione è che rispetto alla convincente prova con il Potenza sia mancata un po’ di cattiveria agonistica, che aveva consentito di compensare l’inesperienza. Basti pensare ai due assist di Pedicillo, bravo a crederci più dei lucani e ad ispirare la doppietta di Anatriello. Come un anno fa, si dovranno evitare cali di tensione e dare sempre il massimo. Non è semplice né scontato ma quando i budget non sono di primo piano e si è costretti a rinunciare alla malizia di qualche over in più bisogna compensare con la fame e la “pancia vuota”, ormai un mantra di mister Modica.
Tra le note liete c’è ancora Lia, che mostra tanta volontà e gamba e non è a caso una pedina chiave per lo staff tecnico. Salvo, che paradossalmente deve condividere il ruolo di terzino destro con il compagno, è stato subito incisivo e ha sfiorato il pari. Anzelmo e Garofalo, che sta cercando spesso la conclusione, possono rappresentare elementi fondamentali, al pari di Pedicillo, un giocatore all’esordio assoluto nella categoria, che in estate sembrava un oggetto misterioso ed è invece fin qui la più piacevole sorpresa.
La gara con il Taranto, che nei primi 180′ in campo non è sembrato pagare affatto la crisi societaria, anche grazie ad un ottimo rush finale di mercato, è già una tappa importante. Da affrontare nuovamente senza tifosi se non vi saranno nel frattempo segnali dalla proprietà. Le ultime decisioni, come la nomina del neo dg Pippo Trimarchi, sembrano allontanare definitivamente gli enigmatici acquirenti. Una piazza in rotta di collisione prolungata con il presidente Sciotto spera di essere presto smentita e sorpresa.