Ad assistere dal vivo a Messina-Reggina c’era anche un altro grande ex, il messinese Antonio Cucinotta, 37 presenze con l’ACR nel biennio coinciso con la doppia promozione dalla D alla Seconda Divisione e poi in C unica: “È stata una brutta giornata per tutti. Eravamo lì in tanti a sperare in qualcosa di diverso, ma purtroppo è andata male. È stata una stagione nata storta e finita peggio. Queste annate nere capitano e non ci puoi fare niente. Devi essere soltanto bravo a rimboccarti le maniche e ripartire”.
Cucinotta conosce bene Lo Monaco, anche perché approdò in giallorosso dopo avere collezionato altre 32 presenze tra i professionisti con il Milazzo, altra creatura di Ferrigno e dell’ex dirigente del Catania: “In città per ora se ne sentono tante: c’è chi dice che lascia, chi assicura che resta e rilancia con un ripescaggio. Ma sinceramente gli scenari futuri li potrà svelare soltanto lui. Di certo quest’anno mi ha stupito il fatto che neppure un dirigente esperto come lui sia riuscito a raddrizzare la stagione. Ci ha provato ed evidentemente ha fallito”.
Il centrale difensivo, che quest’anno ha indossato le casacche di Chieti e Noto in serie D, è in contatto con l’uomo simbolo dello spogliatoio giallorosso: “Mi sono sentito con Giorgio Corona ed anche lui è molto amareggiato. Non se lo aspettava e questa inopinata retrocessione, da uomo di calcio, gli brucia molto di più rispetto a tanti altri. Sono stati vanificati due anni belli, ricchi di vittorie, ma lo ripeto: anche le migliori società sono soggette a momenti così. L’importante adesso è trovare la forza di ripartire”.
Sul banco degli imputati è finita una retroguardia che, numeri alla mano, si è dimostrata molto meno solida rispetto a quella che un anno prima aveva pure sofferto nel girone di andata del torneo di Seconda Divisione: “Ogni campionato fa storia a sé. Adesso è facile puntare il dito sui singoli o sulla difesa. Pensare che nell’annata precedente criticavano noi che abbiamo preso meno reti… Ma la realtà è che hanno pesato tanti fattori e magari mancava un po’ di equilibrio, per cui l’analisi deve tenere conto anche di questo e delle difficoltà indotte anche dagli altri due reparti che non funzionavano a dovere. Proprio per questo preferisco non dare colpe a nessuno in particolare”.
Sul destino del calcio della sua città Cucinotta preferisce comunque non sbilanciarsi: “Non saprei davvero delineare gli scenari futuri. Per il momento si può soltanto aspettare ed il riferimento non è soltanto alle scelte di Lo Monaco. È successo di tutto con il calcioscommesse ed a mio avviso vi sono società che rischiano molto dal punto di vista disciplinare. Insomma, sarà un’estate movimentata”.
A livello personale il 28enne è reduce da un’annata ricca di soddisfazioni, al di là del cambio di casacca forzato nel mercato invernale: “Sono state due esperienze positive. Peccato perché a Chieti mi ero trovato bene (12 presenze ed un gol nel girone di andata, ndc) ma non c’erano le condizioni per andare in avanti. La società era letteralmente allo sbando. A gennaio si è presentata l’occasione di Noto, ci siamo sentiti con Cocuzza (ieri abbiamo pubblicato l’intervista con l’attaccante palermitano) ed abbiamo accettato entrambi”.
I siracusani sono riusciti ad ottenere una salvezza insperata grazie ad una rimonta irresistibile, della quale ha fatto le spese la Tiger Brolo: “Con i granata abbiamo centrato un miracolo. Io ho anche realizzato altre due reti (16 le apparizioni complessive, ndc), una di testa con il Marcianise e l’altra sugli sviluppi di un calcio piazzato con il Rende. I calabresi sono stati la rivelazione del campionato, giocando davvero bene e sfruttando la loro gioventù. L’Akragas che ha ottenuto la promozione ha beneficiato ovviamente della solidità anche economica della società e dell’apporto di tanti giocatori di esperienza. Non la scoprivamo certo noi…”.
Considerata l’incertezza che condiziona tante realtà di Lega Pro e D, Cucinotta preferisce temporeggiare se gli si chiedono lumi sul futuro: “Per adesso mi godo le vacanze, giuste e meritate, poi accenderemo i telefonini e vedremo…”.