La rimonta di Paternò, grazie alle reti di Foggia e Lomasto, ha consentito all’Acr Messina di mettere un altro importante mattoncino nella corsa promozione. I tre punti contro la squadra di Catalano sono arrivati per la capolista dopo una gara iniziata tutta in salita.
Il centrocampista Alessio Cristiani, intervenuto nel corso della trasmissione “Contropiede” su Tcf tv, spiega i problemi accusati nel primo tempo: “Le assenze hanno un po’ pesato, ma è stato l’atteggiamento di tutta la squadra. Affrontavamo un Paternò che in casa ha sempre fatto bene e ci ha messi in difficoltà sia all’andata che al ritorno. Soprattutto nella prima frazione ci è mancata la personalità nell’imporre il nostro gioco e l’aggredire il portatore di palla, questo ha permesso loro di prendere fiducia e di farci male”.
“Abbiamo giocato 27 partite – aggiunge Cristiani –. Le squadre cominciano a conoscerci e trovare le soluzioni diventa più complicato. All’inizio creavamo tante occasioni e facevamo meno gol, adesso invece siamo più cinici. Nel primo tempo è stato più un problema di squadra che del singolo. Saindou ha fatto una buona partita, non aveva mai giocato da titolare. Nel secondo tempo, però, abbiamo variato modulo e loro si sono abbassati un po’, ma è cambiato anche l’atteggiamento caratteriale”.
Foggia, autore dell’1-1, si è confermato implacabile sotto porta, tanto da far esultare Bollino ben prima che scoccasse il tiro. Una scena che fa sorridere anche Cristiani: “Mauro ha fatto un bel gesto, secondo me il gol Ciro lo ha fatto nello stop perché poi gli è bastato solo appoggiarla per fare gol. Quando gli capitano le palle in area è una garanzia, lo vediamo anche in allenamento che non sbaglia quasi mai. I suoi sono numeri importanti, sta facendo una grande annata e in sette partite può ancora fare tanti gol”.
Guai, però, a parlare di Acr Messina in fuga e promozione già in tasca: “Assolutamente no, questo campionato non è affatto chiuso. Mancano ancora sette giornate e la matematica non ci dà come vincitori. Bisogna ancora stare coi piedi per terra, pensare partita dopo partita e affrontare queste sette partite come delle finali”.
Il rischio che la sua avventura in giallorosso non proseguisse era forte. Il centrocampista toscano svela quanto accaduto in estate: “C’era stato un disguido col presidente, ma quando è arrivato D’Eboli con gli altri dirigenti mi hanno dato garanzie di poter rimanere e io l’ho fatto molto volentieri. All’inizio della stagione il mister non mi conosceva, mi ha voluto vedere in ritiro e poi ha valutato che potessi dare una mano alla squadra”.
Com’è nato il primato in classifica di una squadra reduce da 14 risultati utili consecutivi? Cristiani individua soprattutto due momenti chiave: “Il ritiro è fondamentale per costruire un gruppo valido e affrontare la stagione. Nelle prime quattro o cinque partite, però, non avevamo iniziato benissimo ma neanche troppo male. La sosta del mese di novembre ci ha fatto crescere tanto e ci ha fatto conoscere sia come spogliatoio che a livello tattico. Da lì c’è stato il cambio di rotta”.