Leo Criaco non ha dubbi quando gli chiedono di individuare le due squadre più importanti della sua carriera, dopo l’esplosione agli inizi nel Locri, vicino casa. Per lui circa 115 presenze e 18 reti con il Messina, tantissime per un difensore centrale, che calciava le punizioni e a volte anche i rigori. 34 le apparizioni tra B e C1 ad Avellino, dove arrivò la storica promozione tra i cadetti al termine della stagione 2004/05 dopo la finale playoff contro il Napoli, che all’andata richiamò oltre 63mila spettatori. Allo 0-0 del San Paolo fece seguito il 2-1 per i biancoverdi al ritorno e fu festa grande.
“È impossibile non seguirle ancora oggi. Tutte e due attraversano peraltro un buon momento. L’Avellino ha fatto fatica ma sta facendo tanti punti e può giocarsi qualcosa di importante. Ha ritrovato entusiasmo, è un’ottima squadra. Il Messina gioca bene ed è un peccato che abbia raccolto poco. Quest’anno si può divertire e se c’è qualche battuta d’arresto non deve perdere entusiasmo”.
Gli irpini, dopo il cambio di allenatore, hanno ottenuto sette punti in tre gare, non subendo neppure una rete. L’Acr invece è già costretto a sbloccarsi per ridare slancio alla sua classifica: “Domenica avrebbe potuto giocare più tranquillo. Deve evitare un vortice negativo che penalizzerebbe la squadra e l’ambiente dopo avere perso due punti con la Turris al 96esimo ed essere uscito sconfitto da Francavilla dove per mole di gioco doveva vincere”.
Messina e Avellino sono state per Criaco due tappe fondamentali. “In riva allo Stretto sono cresciuto come giocatore e come uomo. Sono arrivato a vent’anni e me ne sono andato a 28. Ho conosciuto tante persone importanti. Mi sono trovato benissimo e ci sono sempre molto legato. Il primo anno realizzai 14 gol, fu un ottimo esordio. Poi ho fatto più fatica dopo il cambio di categoria ma sono maturato, giocando sempre in squadre molto forti”.
Il calciatore di Africo, che a dicembre compirà 50 anni, vuole però evitare ogni pronostico: “Sono le due piazze in cui mi sono trovato meglio e a cui tengo, anche se in modo diverso. È difficile fare il tifo per qualcuno, per la stima e l’affetto che mi lega ad entrambe. Non riuscirei a fare un pronostico, spero che vinca il migliore. Può essere uno spartiacque per i campionati dell’una e dell’altra. Potrebbe dare grande slancio a chi vincerà. Sarà molto bella da vedere”.
L’Avellino ha dedicato la maglia del suo portiere a Mimmo Cecere e il Messina ha appena annunciato che indosserà una t-shirt celebrativa nel pre-partita. Criaco, che con lui giocò anche l’indimenticabile finale playoff per la B del 2000/01 con il Catania prima di ritrovarlo in Irpinia, rievoca quegli anni con affetto e nostalgia.
“Non è semplice descriverlo. Era molto generoso e meritava di essere ancora qui con noi. Ha attraversato un momento difficile e avrebbe potuto uscirne diversamente. È stato un compagno di mille battaglie, onesto e leale. Trovava sempre una soluzione positiva, le cose con lui andavano sempre bene. Era un compagno di squadra e una persona che ritrovavi sempre al tuo fianco”.
Decisamente più deludente l’ultima apparizione di Criaco a Messina, nel Fc di Rocco Arena, da vice di Pino Rigoli: “Un ritorno bruttissimo, che preferisco cancellare. Sono stato un po’ ingenuo, avrei dovuto informarmi meglio prima di accettare. Quando siamo arrivati c’erano già problemi economici e non a caso poi si è arrivati al fallimento del club. Dico soltanto che quella proprietà non ha rappresentato bene Messina”.