La qualificazione ai prossimi Europei rappresenta il punto più alto di una carriera giovane ma già ricca di soddisfazioni. Nella seconda parte dell’intervista all’allenatore messinese Giovanni Costantino, match analyst e assistente nello staff del ct ungherese Marco Rossi, abbiamo parlato con lui di passato, presente e futuro. Il contratto con la nazionale magiara è in scadenza alla fine del 2021, dopo che avrà modo di vivere le grandi emozioni della manifestazione continentale, sfidando Portogallo, Francia e Germania nel girone F, con la voglia di scrivere un’altra pagina di storia.
Sarete il secondo staff italiano agli Europei dopo quello dell’Italia di Mancini. Quanto credi siate cresciuti insieme, con il ct Rossi e il vice Inguscio, lavorando in varie esperienze all’estero in questi anni?
“Siamo cresciuti tanto, il confronto aiuta in questo senso. Avevamo lo stesso sistema di gioco all’Honved, però con l’Ungheria di adesso, a parità di modulo, ci sono grosse differenze. Il livello è molto più alto e l’organizzazione è diversa. C’è un lavoro di studio, oltre che di trasferimento delle idee ai giocatori. Siamo migliorati molto anche in questo. Bisogna adattarsi, non si può allenare tutti allo stesso modo, occorre trovare una chiave di lettura in ogni squadra. All’Honved, nel 2016, l’unione delle idee ha portato alla vittoria del campionato e da quel momento in poi abbiamo raggiunto i migliori risultati nelle carriere di tutti e tre”.
Prima in Finlandia, poi a livello di club in Ungheria, quindi in Slovacchia e ancora in Ungheria, alla guida della nazionale. Cosa hai portato di Messina e della tua messinesità in giro per il mondo?
“Ho portato la voglia di non arrendersi, di non mollare mai e, nonostante le difficoltà, di venirne fuori. Questa è Messina e non cambierà mai dentro di me, la porto con orgoglio in giro per il mondo. Anche in Ungheria tutti sanno che sono orgoglioso di essere messinese e che ho fatto parte dei gruppi ultras. Conoscono dove sono nato, non nascondo mai le mie origini. Lo stesso amore che loro nutrono per la nazionale ungherese io ce l’ho per Messina”.
Hai fatto tanta gavetta e, passo dopo passo, ottenuto traguardi importanti, come il titolo ungherese con l’Honved. Raggiunta la qualificazione a Euro 2020, qual è il sogno ancora da realizzare? C’è un futuro da primo allenatore?
“Data la differenza d’età con Rossi e Inguscio, circa vent’anni, penso che prima o poi non lavoreremo più insieme. Attualmente sto seguendo il corso Uefa Pro di Coverciano (con gli ex calciatori giallorossi Filippo Cristante e Massimo Donati e con tecnici assai noti alle nostre latitudini come Peppe Raffaele e Sergio Pirozzi, ndr), al termine del quale diventerò l’unico allenatore nativo di Messina città ad avere questa licenza. Da quel momento vedrò cosa succederà, non so quando ma ci sarà l’occasione giusta e tornerò ad allenare in prima. Intanto abbiamo raggiunto un risultato straordinario con l’Ungheria. A 36 anni ho un curriculum non indifferente, avendo fatto tutte le categorie, tra giovanili, club e nazionali, in tre Paesi diversi, quattro con le isole Aland. Mi sento pronto, ma non mi piace mai pensare così a lungo termine”.
Cosa ti senti di dire a tutti quelli che in questi giorni ti hanno scritto messaggi d’affetto e congratulazioni e all’Aiac che ha speso per te parole d’elogio?
“Voglio ringraziare tutti. Dico grazie all’Aiac per tutto quello che fa per gli allenatori. Sia l’Aiac Sicilia che la sezione messinese del presidente Andrea Argento cercano di valorizzare la crescita degli allenatori e di difendere i loro diritti. Hanno un compito troppo importante, mentre altri sindacati, in ambiti diversi, non fanno gli interessi delle loro categorie ma soltanto i propri. Spero che dopo di me ci possano essere altri allenatori della nostra terra a raggiungere questi obiettivi. Io cercherò di rappresentare l’Aiac della Sicilia e di Messina come ho sempre fatto, al massimo della professionalità. Voglio dimostrare che gli allenatori siciliani, in particolare messinesi, non hanno nulla da invidiare agli altri del resto del mondo”.