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Così Obbedio nel 2016: “A Messina i miei anni più belli, ma era un altro calcio”

Antonio Obbedio nel 2015-2016 fu ad un passo dall’Acr Messina. In tempi in cui gli acronimi fanno tendenza, va specificato che era l’Ac Rinascita di Natale Stracuzzi, con cui sfumò però l’intesa. A Rieti, nel marzo 2016, a margine della sfida con la Lupa Castelli Romani, commentò ai nostri microfoni il mancato accordo.

“Sono sceso a Messina ma non ho avuto il piacere di parlare con la proprietà. Incontrai soltanto Arturo Di Napoli e poi tornai a casa aspettando notizie che non sono arrivate – ci spiegò -. Mi sono preso un anno sabbatico e vado in giro a vedere partite per restare costantemente aggiornato. A prescindere da ciò mi ha fatto piacere essere stato contattato. I tre anni a Messina restano i più belli della mia carriera”. 

Antonio Obbedio
Antonio Obbedio ai nostri microfoni a Rieti nel marzo 2016

L’ex centrocampista foggiano, che tra il 1999 ed il 2002 ha collezionato ben 96 presenze in giallorosso, era consapevole che rispetto ad allora l’interesse ed il seguito per la terza serie fosse di gran lunga scemato: “Era un altro calcio, sono cambiate tante cose. Purtroppo è mutato anche il modo di approcciarsi dei calciatori nei confronti della tifoseria. Noi siamo stati bravi e fortunati a vincere due campionati e poi a salvarci in B, ma il vero segreto fu il legame particolare con la città, che frequentavamo, nel bene e nel male. Come tutte le squadre abbiamo attraversato dei momenti difficili. L’apporto dei tifosi fu determinante soprattutto nell’anno della C1, vinta dopo la sconfitta di Avellino. Anche tra i cadetti la permanenza arrivò dopo enormi sacrifici”. 

Messina fa comunque eccezione rispetto ad altre piazze, almeno in parte e Obbedio lo appurò nuovamente quel giorno: “Ad ogni modo vedere quasi un centinaio di tifosi a Rieti testimonia che l’affetto della gente resta notevole. Questa non era certo una delle trasferte più agevoli”. 

Antonio Obbedio
Antonio Obbedio ha iniziato la carriera da dirigente ad Ancona

“Cofanetto” in carriera ha raggiunto la soglia delle 533 apparizioni tra i professionisti. Critico fu il suo giudizio sulla Lega Pro: “I regolamenti impongono di fare giocare gli under e questo incide molto: il livello tecnico è notevolmente più basso rispetto al passato. Io sono totalmente contrario anche in base alla mia esperienza di giocatore. Ai miei tempi non c’erano queste imposizioni e c’era molta più qualità. Ed i giovani bravi giocavano lo stesso. Adesso paletti e normative creano soltanto false illusioni. Alcuni di questi under l’anno prossimo non giocheranno in Lega Pro e neanche in D, perché tra i Dilettanti saranno fuori quota e faranno fatica a restare nel mondo del calcio”. Riflessioni amare, che tre anni dopo sono peraltro attualissime.

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