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Messina

Il Cosenza cerca il riscatto dopo la falsa partenza ed il cambio in panchina

Il Cosenza è atteso dalla gara della svolta. Nell’affrontare il Messina in una delle classiche del Sud, i tifosi sperano esca fuori un risultato importante da ricercare alla voce “vittorie casalinghe”, ancora ferme a zero. Il presidente Guarascio in estate ha cambiato per il terzo anno consecutivo direttore sportivo: dopo Stefano Fiore e Ciccio Marino è arrivato Mauro Meluso, che ha trovato sulla panchina dei Lupi Roberto Cappellacci. A maggio fu proprio il patron, infatti, a fargli sottoscrivere un biennale a margine della promozione dello scorso campionato.

Il presidente del Cosenza Guarascio
Il presidente del Cosenza Guarascio

Chiuso senza botti un mercato “condiviso” tra le parti e molto oculato sotto il profilo finanziario, il Cosenza non è riuscito ad entrare nella dimensione giusta per affrontare il campionato dei derby e lo ha dimostrato chiaramente nel corso delle prime giornate, sebbene nella gara di esordio all’“Arechi” di Salerno aveva lasciato intendere tutt’altra cosa resistendo ai padroni di casa in dieci uomini e rischiando di vincere. Nel match seguente al “San Vito” contro il Foggia (2-2) e nei due ko consecutivi (0-3 a Barletta e 1-2 con la Lupa Roma in casa), però, “Capp” ha conosciuto quanto possa essere difficile allenare un Cosenza che non vince.

Zanini contende una maglia da titolare a Ciancio, già obiettivo di mercato estivo del Messina
Zanini contende una maglia da titolare a Ciancio, già obiettivo di mercato estivo del Messina

La piazza si è trasformata in una polveriera e lo stesso allenatore è finito sulla graticola. Contestazioni pesanti anche a margine delle gare di Reggio Calabria (0-3) e del “San Vito” con la Paganese (1-1). La tregua è stata concessa soltanto in occasione dei derby col Catanzaro (0-0 in campionato e lo storico 3-1 al “Ceravolo” violato dopo 64 anni in Coppa Italia). Il tecnico ha avuto i canonici sette giorni prima di Matera e li ha sfruttati pienamente vincendo a sorpresa nella città dei Sassi, salvo poi perdere ancora in casa con la Juve Stabia (0-1).

L’esonero è stata la logica conseguenza di una serie di fattori. Alla squadra mancava cattiveria e non ha mai avuto un’identità ben definita. Le azioni offensive si poggiavano sull’inventiva dei singoli e mai su un’azione orchestrata collettivamente. In più, il centrocampo non si è dimostrato all’altezza, risultando spesso in balia degli avversari. Insomma, dalle parti della Sila serviva subito un’inversione di marcia, uno scossone, arrivato con l’ingaggio di Caccetta per il centrocampo e di Giorgio Roselli in panchina. Nella gara di esordio a Lecce il neo-allenatore ha sorpreso tutti con un 3-4-3, abbandonando 4-3-3 e 4-4-2 utilizzati fino a quel momento.

Blondett in marcatura su Miccoli a Lecce
Blondett in marcatura su Miccoli a Lecce

Il Cosenza è apparso diverso, manovriero, sornione, perfino pericoloso sulle ripartenze. Tra le sei maturate in undici giornate, la sconfitta del “Via del Mare” è sicuramente la meno dolorosa tanto da aver ringalluzzito perfino la verve dei supporter. I tifosi, infatti, hanno sotterrato l’ascia di guerra. Per ciò che comporta l’organico, Meluso ha operato rispettando il diktat imposto dalla società: età media di massimo 25 anni. Rispetto alla passata stagione sono cambiati molti uomini.

Tra i pali non c’è più Frattali, un portiere che ha fatto innamorare i fan grazie alle sue prodezze. Al suo posto è arrivato Ravaglia, pipelet di sicuro affidamento che ha anche difeso i pali del Cesena in Serie A. L’esordio è stato positivo con un paio di interventi da vero numero uno, l’espulsione di Barletta ha poi complicato tutto, ma si è ripreso alla grandissima. Il suo vice, Saracco, preso dal Torino, ha esordito con una papera clamorosa. In difesa, partito il leader Guidi, finito al Sant’Arcangelo, ci sono svariati nomi nuovi. Ogni ruolo presenta una coppia: a sinistra agiscono BertolucciSperotto (quest’ultimo al rientro dopo un mese di stop), mentre a destra toccherebbe a Zanini e Ciancio giocarsi la casacca numero 2.

L'attaccante cosentino Cori in azione a Salerno
L’attaccante cosentino Cori in azione a Salerno

Con Blondett, strappato alla Sampdoria grazie ad un triennale, a fungere da stopper ci sono Tedeschi, Magli ed il riconfermato Carrieri. Il centrocampo è il reparto che vanta due riconferme: a CorsiCriaco, protagonisti della promozione, si sono aggiunti Sassano, il regista Arrigoni e la mezzala sinistra Fornito, talento del ’94 in prestito dal Napoli. Il leader, tuttavia, è proprio Caccetta. Arrivato ad inizio ottobre ha già indossato la fascia di capitano che toccherebbe a Mosciaro. Già, il “capitano”, che finora non ha riscattato una stagione opaca dopo un biennio da 50 gol complessivi in D. Nelle prime apparizioni è stato tenuto in panchina, quando è stato chiamato ad essere decisivo ha fallito un penalty al 90’.

De Angelis sta recuperando da un guaio muscolare, Calderini invece è l’uomo del momento. È in forma smagliante e fermarlo è quasi impossibile. Resta Cori, un ariete a cui servono cross per bucare i portieri avversari. Se fino a mercoledì in molti avrebbero scommesso su una conferma del 3-4-3, dopo il test in famiglia qualcuno ha cambiato idea dicendosi disposto ad investire qualche fiches sul 4-2-3-1. Di certo, Roselli ha qualche problema in difesa dove Blondett e Magli rischiano di dare forfait.

La presentazione è stata realizzata da Antonello Greco del portale www.cosenzachannel.it

Come ogni settimana un collega ci presenta l’avversario del Messina.

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