Sono stati confermati i due anni di inibizione disposti in primo grado dal Tribunale Federale all’ex numero uno della Fip Catania. Si legge nella motivazione come il collegio abbia potuto comprovare la piena responsabilità disciplinare da parte dell’agente. Alle porte un commissariamento e nuove elezioni in seno alla Fip Catania.
La Corte Federale d’Appello ha rigettato il ricorso proposto da Michelangelo Sangiorgio avverso i due anni di inibizione comminati dal Tribunale Federale. Sono state pubblicate le motivazioni che alleghiamo (clicca qui).
«Il complesso degli elementi probatori a carico del Sangiorgio – scrivono i componenti della Corte -, per come evidenziati dal Tribunale Federale, appare tale da giustificare pienamente l’affermazione della responsabilità disciplinare dello stesso in relazione al fatto contestato». I punti che fanno confermare la decisione alla corte sono la fruizione della connessione della sede della Cri; il volontariato prestato dal presidente Fip Catania proprio nella notte dell’invio dell’email, in cui era unico operatore; la conoscenza di alcune informazioni e la conflittualità con l’ex numero uno del Comitato regionale Antonio Rescifina.
Appare scontato come si debba optare per il ricorso a nuove elezioni nel comitato provinciale etneo della Fip, che è retto da Sangiorgio sin dal 2004.