La marcia di avvicinamento alla finale di ritorno di Supercoppa con il Bassano è dedicata anche ai festeggiamenti per il quarantesimo compleanno di Giorgio Corona, destinati peraltro a protrarsi, come ci ha confidato il diretto interessato: “Ogni anno festeggio per 48 ore! All’anagrafe, infatti, è stata registrata il 15 maggio come mia data di nascita, ma in realtà sono nato il 16. Ho letto le dediche che avete pubblicato (clicca qui per leggere l’articolo con le dediche per il compleanno di Giorgio Corona) e ringrazio tutti perché questi sono gesti di affetto che mi rendono davvero felice. Sono contento anche perché con tutti quelli che avete contattato ho condiviso tante avventure e di loro conservo un grande ricordo”.
Spente le candeline “Re Giorgio” lancia adesso l’operazione rimonta: “L’impresa è possibile. La stiamo preparando bene, anche se sappiamo che è difficile, perché loro sono molto organizzati. Ma se avremo la stessa cattiveria delle ultime partite potremo davvero ribaltare lo 0-2 dell’andata. Ci dobbiamo credere ed abbiamo bisogno di tutta la città, non soltanto dei soliti tifosi. Speriamo di potere festeggiare con una grande cornice di pubblico”.
Il “San Filippo” si è confermato peraltro un fortino, nel quale il Messina ha sempre vinto nelle ultime otto uscite. “In casa abbiamo fatto sempre bene. Se poi non ci dovessimo riuscire, un applauso lo meriteremmo comunque. Il primo posto è stato davvero inaspettato, ma ci abbiamo creduto fino all’ultimo, battendo anche il Martina perché volevamo giocare queste due partite importanti”.
Dopo gara-1 non manca l’amarezza per alcuni episodi sfortunati, che hanno propiziato le due reti di Berrettoni: “Abbiamo subìto due gol stupidi, ma ci è mancata anche un po’ di cattiveria, tanto che loro arrivavano sempre prima sulla palla. Questo aspetto ha fatto la differenza e quindi domenica sarà importante soprattutto l’approccio. La squalifica di Pepe non mi preoccupa, perché la squadra può sopperire a qualsiasi assenza. Le gare con Teramo, Vigor Lamezia e Sorrento lo dimostrano. Siamo 24 titolari e lo abbiamo già ampiamente evidenziato”.
Inevitabile rivolgere il pensiero a due anni addietro, quando Ciccio La Rosa e Lello Manfredi lo hanno convinto a ripartire dalla D dopo un’esaltante stagione nella Juve Stabia: “Se ripenso a tre anni fa dico che ho raggiunto quasi tutti gli obiettivi che mi ero prefissato nel 2011, anche se il grande calcio lo rivedremo davvero tra qualche mese o speriamo, magari, tra due anni, con la B. Messina merita di giocare partite di cartello”.
La società ha blindato Grassadonia con un biennale ed è legato ai giallorossi fino al 2016 anche Silvestri, una delle rivelazioni di stagione. “Re Giorgio” è consapevole che per centrare davvero l’approdo tra i cadetti potrebbe essere necessario almeno un campionato di ambientamento, ma sulle ambizioni della società non ha dubbi: “Siamo nelle mani di persone competenti. Lo Monaco e Ferrigno sanno come muoversi e non prenderanno in giro i tifosi. Non possiamo forse puntare subito alla B e la nostra scalata sarà più graduale. Però sottolineo anche che loro vogliono vincere sempre e sceglieranno giocatori importanti, con la stessa mentalità”.
Il futuro di Corona sarà in panchina, dietro una scrivania o ancora sul campo ? La risposta è eloquente: “Per ora penso soltanto a giocare, non ad un futuro da dirigente o da allenatore. A quello ci penserò non appena compirò 35 anni! (ride di gusto, ndc)”.
L’ultimo appello è alla Messina che non si è ancora lasciata trascinare dall’entusiasmo della doppia promozione: “Ci siamo sempre ripetuti che la città veniva da tante delusioni, ma ora questa scusa non regge più. Adesso, invece, occorre una risposta decisa, che la squadra merita dopo un doppio trionfo. A suon di risultati ci siamo meritati più amore e di certo non possiamo andare a prendere a casa chi non viene allo stadio. Forse sono legati ad altre squadre…”.
Gli assenti hanno comunque avuto torto, non potendo apprezzare dal vivo le gesta di un “Re” che la Corona è intenzionata ad indossarla ancora a lungo…