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Corona: “Il Messina ha i punti che merita. Con l’Aprilia cattivi solo a tratti”

Giorgio Corona realizza la splendida rete che ha sbloccato il match con l'Aprilia. Una prodezza vana, almeno ai fini del successo (foto Luca Mariocchiolo)
Giorgio Corona realizza la splendida rete che ha sbloccato il match con l’Aprilia. Una prodezza vana, almeno ai fini del successo (foto Luca Maricchiolo)

È come sempre schietto nelle sue analisi il bomber del Messina Giorgio Corona, che domenica non ha avuto il tempo di celebrare l’ennesima strepitosa marcatura siglata al San Filippo, peraltro la seconda consecutiva dopo quella con l’Arzanese: “Conta di più il risultato rispetto al mio gol. Al di là del “sombrero” l’importante è segnare e spero che la rete più bella sia la prossima. La prova con l’Aprilia non è stata comunque del tutto negativa. D’ora in poi dovremo giocare con la determinazione e la cattiveria agonistica viste domenica soltanto a tratti. Ci sarà da soffrire, ma possiamo crescere molto”.

I motivi del rendimento altalenante sono svariati secondo l’attaccante palermitano: “Dopo cinque partite è ancora presto per tracciare un bilancio. La condizione non è ancora ottimale, in tanti hanno saltato preparazione e con alcuni giocatori ci conosciamo ancora poco. D’ora in poi comunque conterà soprattutto il cuore. Il fatto che si giochi anche la Coppa Italia paradossalmente ci aiuta, perché c’è grande voglia di riscatto. Affronteremo una grossa squadra, in una partita tosta. Ci teniamo a fare bella figura ed a passare il turno anche se non sarà affatto facile e partiamo sfavoriti”.

La stretta di mano con Amadio, capitano dell'Aprilia, subito prima del calcio d'inizio dell'ultima sfida del San Filippo (foto Luca Mariocchiolo)
La stretta di mano con Amadio, capitano dell’Aprilia, subito prima del calcio d’inizio dell’ultima sfida del San Filippo (foto Luca Maricchiolo)

Il pensiero è però rivolto principalmente alla trasferta di domenica sul campo dell’Aversa Normanna allenata dall’ex tecnico del Messina Nello Di Costanzo: “Per la terza volta (dopo Arzanese e Castel Rigone, ndc) affronteremo una squadra che ha appena subito quattro gol, ma ci saranno comunque delle insidie”.

Il Messina sta pagando svariate assenze pesanti, come quelle di Guadalupi, Maiorano e Chiaria: “Probabilmente oggi è facile dire che stanno influendo queste defezioni, ma se avessimo vinto domenica nessuno avrebbe più puntato il dito contro di noi. Il Messina ha i punti che merita. Lamezia e Melfi stanno sorprendendo ma la classifica adesso non la guardo. Il campionato è lungo e la prima non è detto che a fine anno sarà tra le nove che accederanno alla C unica. Squadre costruite per ammazzare il torneo sono in difficoltà, c’è grande equilibrio e si deciderà tutto verso marzo. L’Ischia sarà una delle protagoniste e Cosenza, Casertana e Foggia, piazze importanti che erano senza professionisti da parecchio tempo, sono destinate a crescere ancora”.

L'attaccante del Messina in azione (foto Luca Mariocchiolo)
L’attaccante del Messina in azione (foto Luca Maricchiolo)

L’ex punta del Taranto non condivide le critiche piovute sul gruppo ed in particolare sul tecnico: “Noi siamo sempre stati con il mister, come dimostra l’abbraccio di un anno fa a Palazzolo e non lo abbandoniamo. Se prendi gol al 95’ non è un problema suo. È normale che quando indovini una sostituzione Catalano venga osannato, mentre quando non giochiamo bene diventa colpa sua”.

I fedelissimi del San Filippo non hanno tradito, applaudendo la squadra dopo il fischio finale nonostante il 2-2 incassato in pieno recupero: “Ringraziamo quei duemila che ci sono sempre. Noi rappresentiamo una città, ma vedo ancora pochi messinesi allo stadio. Dopo tutto quello che abbiamo passato per cinque anni e dopo la vittoria del campionato ci aspettavamo di più. In tanti si esprimono negativamente su questo Messina ma spero che vengano allo stadio a criticarci”.

Dopo un’estate trascorsa a parlare di under, Corona sta dimostrando che a 39 anni si può ancora fare la differenza: “L’obiettivo mio, di Ignoffo, Maiorano e Cucinotta, è quello di fare crescere i giovani, che è giusto che giochino. Non per questo calciatori di 27, 28 o 30 anni con famiglie a casa, devono restare senza squadra. I ’92 sono stati titolari l’anno scorso e quest’anno sono tutti a spasso. Prima era toccato ai ’91 come Costa Ferreira, in seguito saranno penalizzati i ’93 ed i ’94. Ma le riforme devono partire dalla serie A, dove oggi ci sono soltanto stranieri. Quando ci ho giocato io non erano così tanti, altrimenti non avrei trovato spazio neanche io”.

L'esultanza di
L’esultanza di “Re Giorgio” dopo la rete di domenica, la seconda in campionato, la seconda al San Filippo dopo l’altra perla con l’Arzanese (foto Luca Maricchiolo)

Il messaggio che “Re Giorgio” trasmette ai compagni di squadra più inesperti è una lezione di vita: “Ai miei tempi si pensava soltanto a lavorare, si dormiva con il pallone, oggi invece ci sono altre priorità. Questi ragazzi hanno una grande fortuna, perchè c’è tanta gente che desidera essere al loro posto, che fa fatica ad andare avanti: non devono quindi sprecare questa grande opportunità. Per i divertimenti e le belle macchine ci sarà tempo…”

L’estate di Corona è stata caratterizzata da un’operazione chirurgica e da una convalescenza durata meno delle previsioni: “Il recupero lampo non è stato soltanto merito mio, ho lavorato duramente grazie al professore Milazzo ed il fisioterapista, Mirco, che mi ha curato al meglio. Era un intervento delicato, ma a Castel di Sangro abbiamo scelto così, anche perché era un problema che mi portavo dietro da un po’ di tempo e non mi consentiva di allenarmi. Guadalupi ha avuto un fastidio simile ma tornerà più forte di prima. Al primo allenamento ho capito che era il nostro “Zidane”: dà del tu alla palla, ci farà compiere il salto di qualità. Giocatori come lui ce ne sono pochi in C”.

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