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Coria: “Mi trovo bene, vorrei coinvolgere Messina. Che esperienza con il Papu”

La “stella” del Fc Messina è sicuramente l’argentino Facundo Coria. Per lui fin qui tre reti, alcuni assist illuminanti ma anche qualche sostituzione anticipata.

Come giudichi il tuo avvio di stagione? “Considero positivo il mio inizio a livello personale, anche perché non ho svolto il ritiro con la squadra. Mi sono trovato bene e piano piano ho cominciato a parlare la stessa lingua dei miei compagni. Le sostituzioni? Dipende anche dall’ordine tattico della squadra e in più ho subito alcune ammonizioni e il mister avrà voluto evitare rischi inutili”.

Coria
Coria in azione contro il Giugliano (foto Giovanni Chillemi)

Un mese e mezzo per il transfer dal Venezuela. Hai potuto esordire soltanto alla settima giornata. Ti ha pesato? “Ero molto impaziente di giocare e aiutare la squadra. A livello fisico però mi ha aiutato tanto avere del tempo in più. Ho sostenuto vari allenamenti con i compagni e li ho conosciuti meglio. Ovviamente la domenica non è mai uguale e le gare ufficiali non sono mai paragonabili agli allenamenti settimanali”.

Otto stranieri in gruppo e due connazionali, l’infortunato Melillo e il neo-acquisto Fernandez tra i compagni: “Ho sempre giocato con compagni provenienti da ogni parte del mondo. È una delle cose belle del calcio condividere tante culture. La presenza di Melillo e Fernandez mi aiuta: parlano la mia stessa lingua e mi danno una mano, anche se Julian è arrivato dopo”.

Arena e Coria
Il presidente Rocco Arena e il fantasista argentino Facundo Coria

Il nuovo mister Ernesto Gabriele è affiancato da un altro argentino, l’ex attaccante Cesar Grabinski, che in D ha realizzato 70 reti in circa 150 gare, con Vado, Savona e Vercelli, e ha esordito anche in C con il Catania: “È già da vent’anni in Italia e ci aiuta in tutti i sensi, dentro e fuori dal campo. Ha già vissuto prima quest’esperienza, ha giocato tantissimo in serie D ed è stato anche tra i professionisti. Ci dà soprattutto consigli utili per accorciare i tempi di adattamento”.

Preferisci cercare la porta dalla distanza o sui calci piazzati? “Mi piace calciare da tutte le parti del campo, basta che serva alla squadra a fare gol o a creare pericoli. Non ho avuto molte occasioni ma soprattutto credo di avere un conto in sospeso sotto porta”.

Carbonaro, Coria e Domenico Marchetti
Carbonaro, Coria e Domenico Marchetti (foto Marco Familiari)

Vi sta aiutando il passaggio dal 4-3-3 al 4-4-2? “L’inserimento di un centrocampista in più ha dato maggiore equilibrio alla squadra. Sembra esserci più ordine. La squadra costruisce e i risultati stanno arrivando. Stiamo facendo punti e guadagnando la fiducia che ci mancava”.

Hai giocato spesso di fronte a grandi cornici di pubblico. Pesa la mancanza di un tifo organizzato, su cui può contare invece l’Acr Messina? “La maggioranza dei giocatori che hanno avuto in carriera un grande supporto dagli spalti poi hanno sofferto un po’ quando gli è mancato questo contorno. Penso sia normale. Speriamo con il lavoro e il bel calcio di contagiare piano piano la gente della città e avvicinarla al campo”.

Coria
Coria celebra il titolo vinto in Giappone con l’Arsenal de Sarandì e il Papu Gomez

Per quasi tutta la carriera sei stato protagonista in Sudamerica, con tappe negli Usa e in Spagna. C’è una partita che ricordi in particolare? “L’esperienza più bella risale forse al 2008, quando ho giocato la Suruga Bank Championship, che in Giappone metteva di fronte i campioni del Sudamerica e quelli dell’Asia. L’abbiamo vinta con l’Arsenal de Sarandí e io giocavo in attacco con il Papu Gomez. Conoscere quel continente è stata un’esperienza davvero molto interessante”.

Non a caso, dopo la doppietta di Coria con il Giugliano, su Twitter sono arrivati i complimenti del connazionale, oggi trascinatore dell’Atalanta e grande protagonista anche sui social.

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