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Conte impone nuove restrizioni all’Italia. Aprono solo supermercati e farmacie

Il premier Giuseppe Conte ha annunciato nuove misure straordinarie, necessarie per fronteggiare l’emergenza coronavirus, che nel nostro Paese ha già originato oltre 800 decessi e quasi 10.600 contagi. Lo ha fatto da Palazzo Chigi in un discorso alla nazione, anche perché le restrizioni interessano l’intero territorio della Penisola.

“Questo è il momento di compiere un passo in più, quello più importante. Disponiamo la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, ad eccezione di quelle dei beni di prima necessità e delle farmacie. Non è necessario fare nessuna corsa per acquistare il cibo: i negozi di alimentari restano aperti. Chiudiamo i negozi, bar, pub e ristoranti. Resta consentita la consegna a domicilio. Chiudono parrucchieri, centri estetici e servizi di mensa, che non garantiscono la distanza di un metro di sicurezza”. Edicole, stampatori e tabaccai resteranno aperti.

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File fuori dai supermercati. Ma l’approvvigionamento non verrà interrotto (foto Ansa)

Bisognerà uscire di casa soltanto se strettamente necessario: “La regola madre rimane la stessa: limitare gli spostamenti alle attività lavorative, per motivi di salute o di necessità come fare la spesa. È importante essere consapevoli che abbiamo da poco iniziato a cambiare le nostre abitudini, l’effetto di questo grande sforzo lo vedremo tra un paio di settimane”, ha aggiunto Conte.

Non mancano comunque le eccezioni, finalizzate appunto a garantire gli spostamenti consentiti: “Restano garantiti i servizi pubblici essenziali, tra cui i trasporti e i servizi di pubblica utilità. È garantito il funzionamento dei servizi bancari, postali, finanziari, assicurativi. Saranno garantite, nel rispetto della normativa igienico-sanitaria, le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare, comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività”.

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Gli operatori sanitari stanno cercando di limitare la diffusione del contagio (foto Ansa)

In Cina, epicentro del primo contagio, i risultati sono arrivati soltanto dopo un mese e mezzo di rinunce: “Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile, non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure. Non dovremo fare una corsa cieca verso il baratro. Dovremo essere lucidi, responsabili. Se tutti rispetteremo le regole, usciremo più in fretta dall’emergenza. Il Paese ha bisogno della responsabilità di 60 milioni di italiani che ogni giorno compiono sacrifici. Ciascuno si sta giovando dei propri e degli altrui sacrifici. Una comunità di individui, come direbbe Norbert Elias. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore e correre più veloci domani”, ha proseguito il presidente del Consiglio.

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Necessario adottare misure di sicurezza nelle fabbriche (foto Ansa)

Anche le fabbriche dovranno adottare ulteriori precauzioni: “Restano chiusi i reparti aziendali non indispensabili per la produzione: le industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive, a condizione che assumano misure di sicurezza adeguate ad evitare il contagio. Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, ferie anticipate e permessi. Va incentivato il più possibile il lavoro agile”.

Le nuove misure contro il Coronavirus annunciate dal premier saranno in vigore fino al 25 marzo. Il Governo affiancherà una nuova figura al capo della Protezione Civile Angelo Borrelli: “Nominerò un commissario delegato che avrà ampi poteri di deroga e lavorerà per rafforzare la distribuzione di strumenti sanitari e potrà impiantare nuovi stabilimenti”. Sarà Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, agenzia nazionale per gli investimenti, aveva già concordato con il Governo le forniture di mascherine per il personale sanitario e il potenziamento della produzione nazionale di questi dispositivi.

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