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“ConTatto” di Sarah Lanza chiude il 2014 di “Laudamo in Città”

Il prossimo 27 dicembre si svolgerà l’ultimo appuntamento do “Laudamo in Città”, progetto ideato e organizzato dalla compagnia teatrale “Daf – Teatro dell’Esatta Fantasia” presso la Sala Laudamo del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. A chiudere i lavori del progetto, diretto da Angelo Campolo e Annibale Pavone, “ConTatto” di Sarah Lanza. Tante le attività e gli spettacoli che, da settembre ad oggi, hanno registrato grande adesione e partecipazione da parte del pubblico.Lo stesso Angelo Campolo ha sottolineato: “La sfida più difficile è stata quella di gettare le basi per un percorso nel quale puntiamo a far coesistere didattica teatrale e produzione. La reazione positiva da parte del pubblico ci spinge ad insistere verso proposte che abbiano il coraggio di rischiare sperimentando formule inedite per la città di Messina come la lunga tenitura degli spettacoli, i percorsi tematici, la contaminazione di linguaggi e forme espressive diverse che mirino ad aprirsi ad un ‘nuovo’ pubblico costituto non soltanto da amanti del teatro, ma anche da coloro che ritengono (spesso a ragione) che il teatro sia qualcosa di lontano dalla realtà”.  Anche Giuseppe Ministeri, Presidente Daf, ha voluto dichirare: “Abbiamo l’opportunità di fare della sala Laudamo un vero e proprio centro di formazione e produzione teatrale, in linea con il nuovo decreto FUS 2015-2017. La sfida sta tutta lì, abbiamo il dovere di coglierla, programmando e lavorando sul territorio”. Oltre ad “Istinto”, prima tappa del percorso laboratoriale “Nel Paese dei Balocchi”, tra novembre e dicembre sono andati in scena tre spettacoli: “Figghia d’arte” di e con Nella Tirante (anteprima della rassegna “Incroci”), “Frida Kahlo” di Donatella Venuti e “Patres” di Saverio Tavano. Infine ci sarà l’appuntamento del prossimo 27 dicembre che vedrà in scena la Vibrazioni Dance Company, la compagnia diretta da Sarah Lanza e Laura Licciardello. Lo spettacolo “mette in scena le diverse esperienze di contatto già avvenute e ancora possibili nella dimensione storica e personale, naturale o fisica dell’uomo; esperienze che divengono innanzitutto impressioni e memoria del corpo, e da qui movimento in grado di narrare la perturbanza dell’incontro col proprio doppio, il fascino creativo dell’unione tra sinapsi o tra circuiti elettrici. Contatti che si muovono nel tempo come impronte, tracciando un destino individuale e universale, poiché proprio attraverso il contatto si genera qualsiasi forma di esistenza”.

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