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Messina

Conclusi i colloqui con i tesserati. Corsa contro il tempo per rispettare le scadenze

Si è conclusa l’intensa due giorni di colloqui con tutti i tesserati dell’ACR Messina. Il direttore generale Lello Manfredi e il club manager in pectore Giorgio Corona hanno incontrato i calciatori, che fanno parte dell’organico giallorosso e sono ancora sotto contratto fino al prossimo 30 giugno. Ad affiancarli anche un paio di procuratori.

Lello Manfredi
Il direttore generale dell’ACR Messina Lello Manfredi

Quasi tutti i calciatori avrebbero accettato la proposta della proprietà, mostrando ancora una volta grande attaccamento alla maglia ed alla causa. Secondo indiscrezioni che in assenza di dichiarazioni ufficiali è impossibile verificare, gli atleti avrebbero addirittura rinunciato a due delle cinque mensilità arretrate tuttora vantate. Un gesto che, se confermato, potrebbe consentire di salvare il Messina anche fuori dal campo, dopo la permanenza raggiunta – tra mille difficoltà – sul terreno di gioco.

Giornata particolarmente impegnativa per il presidente Franco Proto ed il direttore sportivo Marcello Pitino, che dopo avere presenziato in Duomo ai funerali di Ciccio Corriera, sono stati impegnati anche nel dialogo con gli istituti di credito.

Giorgio Corona
Il club manager Giorgio Corona

Ad oggi non vi sarebbe però ancora la formale ratifica delle liberatorie da parte dei calciatori, che dopo la due giorni messinese nelle prossime ore rientreranno nelle rispettive sedi di appartenenza. Sarà quindi una corsa contro il tempo per rispettare le scadenze. Il 30 giugno è il termine ultimo per la presentazione della domanda d’iscrizione, corredata dalla tassa da 60.000 € (la metà da versare subito, mentre gli altri 30.000 potranno essere corrisposti a rate) e dalla fideiussione da 350.000 €.

Considerate le tempistiche legate alle banche, lunedì è invece il termine massimo utile per evitare altre sgradite sorprese, anche in caso di definitiva fumata bianca. Fino al 14 luglio c’è tempo infatti per presentare ricorso. Ma a quel punto, anche in caso di ammissione al campionato, si concretizzerebbe una nuova penalizzazione. Tra stipendi, contributi e recidività, l’ACR potrebbe rischiare una partenza ad handicap da -3. La tifoseria confida in una risoluzione in extremis. Dopo tante fatiche, la perdita del titolo sportivo rappresenterebbe l’ennesima mazzata per una piazza già costretta ad ingoiare troppi bocconi amari nell’ultimo decennio.

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