È davvero struggente il ricordo tracciato dalla moglie di Vincenzo Nibali, legatissima, al pari del marito, al 14enne tragicamente scomparso domenica mattina a Messina. Riportiamo di seguito il post pubblicato su Facebook da Rachele:
“Ciao Rosario,
stavolta non voglio proprio salutarti ma voglio immaginarti entrare in negozio con gli occhi felici e ridendo ci dici ciao e poi resti in silenzio aspettando di parlare con Vincenzo.
Quel silenzio educato che solo chi sa cosa significa il rispetto sa apprezzare e cogliere.
Non voglio dirti arrivederci, perché non te ne stai andando ma solo correndo su quelle due ruote che tanto ami per battere tutti in volata.
Sei davvero un campione, ci hai battuti sul tempo, sei volato via così veloce da non sembrare vero.
Un giorno ti dissi scherzando: “Sei sicuro di voler correre in bici?”
Imbarazzato ma serio mi hai risposto di sì e allora ti dissi che la bici comporta troppo sacrificio e poi si diventa rompiscatole come mio marito!
Ridendo chiudemmo il discorso.
Caro Rosario, non avrei mai immaginato che questo sport ti avrebbe richiesto un sacrificio così grande, così impossibile da accettare, così ingiusto da capire, se solo avessi saputo sarei stata più
convincente, ma abbiamo capito bene che questa vita non dà certezze.
Non scriverò mai che saresti stato un campione, sei già il nostro campione, dei tuoi genitori e dell’ASD. Tu sei un verbo al presente né al passato né al futuro, sei il compagno di allenamenti dei tuoi amici, il figlio perfetto dei tuoi genitori.
Allora Rosario, non scordati mai di noi perché tu con noi ci sarai sempre: in gara, in allenamento, sempre e per sempre nelle trasferte. Lillo e Pippo ti aspetteranno ad ogni arrivo con tuo papà e tua mamma fieri ed orgogliosi, Giovanna sarà lì in negozio ad attenderti con Salvatore che sistemerà la tua bici e ti farà fare i rulli, i tuoi compagni da oggi correranno sempre col tuo silenzioso aiuto e la tua forza e Vincenzo non dimenticherà mai un ragazzo come te!
Caro Rosario, per favore accarezza con un soffio di vento le guance rigate dalle lacrime dei tuoi genitori, hanno davvero bisogno di te, ricorda loro che sei forte e fiero perché ti hanno cresciuto bene.
Ti hanno cresciuto da campione della vita.
Allora ciao Rosario, ci vediamo presto. Aspettaci, noi non siamo così veloci a pedalare. Magari prenditi una granita che arriviamo per rivedere i tuoi occhi scuri e sorridenti indelebili nelle nostre
menti…”